Obrázky na stránke
PDF
ePub
[ocr errors]

LETTERA VENTESIMASESTA.

Riforma e più commendevole sistema, che il tribunale del S.Officio acquistò verso la metà del secolo XVI.

Fra le tante falsità, che il compilatore altre volte citato racconta

nella favolosa sua storia riletta da voi, come mi dite, per continuare la serie de'vostri dubbj, non tralascia di frammischiare alla pagina 116. questa verità, che i più importanti stabilimenti non hanno subito tutta la loro perfezione, ma la vanno acquistando col tempo. Nihil est simul & inventum & perfectum, lo disse anche Cicerone (a). A questa comune sciagura è restato soggetto anche il tribunale del S. Officio: e per quanto plausibile e vantaggiosa fosse riuscita la sua prima istituzione, e provvide fossero state le regole e privilegj, che aveva di mano in mano ottenuti e dai Romani Pontefici e da varj Concilj e da sovrani cattolici, non andava però immune da ogni imperfezione e difetto. Il non avere al lora gl'Inquisitori una sede fissa e stabile nel medesimo luogo; il non essere le stesse persone addette immobilmente al medesimo impiego; la necessità in cui si trovavano talvolta nelle cause più intralciate e difficili di abbandonare i paesi, nei quali sarebbe stata utilissima la loro presenza, per portarsi a Roma ad esplorare l'oracolo della S. Sede; la mancanza in Roma di uno stabile e ben corredato supremo tribunale addetto alle sole cause di Fede, che fosse pronto ad ascoltarli e suggerir loro le più mature e provvide risoluzioni ( chè protettori piuttosto degl'Inquisitori che Inquisitori generali chiamar si possono que' pochi Cardinali, che riportano il Pegna (b) e l'Albici (c), destinati talvolta da alcuni Pontefici a loro sollevamento e conforto); l'imperizia in fine di alcuni promossi con poca riflessione dai rispettivi loro Superiori al difficile e gelosissimo impiego, li rendeva talvolta meno atti ed efficaci all'intento. Quindi è che dopo il giro di quasi tre secoli, in vista dei molti vantaggi, che aveva già apportati, e

(a) Brut. 18. (b) Direct. part. 3. comm. 11.
(c) Risposta alla Storia di Fr. Paolo cap. 14.

di quei maggiori, che faceva sperare ridotto che fosse in migliore stato, venne in mente ad alcuni di riformarlo; e di que sta riforma, giacchè voi desiderate d'averne un distinto ragguaglio, prendo ora a parlare con precisione.

Il primo a promoverla fu Ferdinando Re di Castiglia, che per rimediare al languore, nel quale era stato ridotto il tribunal della Fede dalla scarsezza degl' Inquisitori delegati ne' suoi Stati (a), sul piano già ideato dal Cardinal di Mendozza implorò ed ottenne da Sisto IV. che il S. Officio fosse ridotto nel suo regno sul piede che anche adesso conserva in gran parte, e che voi trove rete descritto presso il Salelles (b). L'occasione di questa risoluzione fu la seguente. Il bravo P.Alfonso Hojeda Domenicano Inquisitore di Sicilia scoprì un' empia adunanza di Giudaizzanti, che nella notte del giovedì santo s' erano uniti a bestemmiare il nome santo di Gesù Cristo, ed implorò l'assistenza del pietoso sovrano perchè non andasse impunito sì gran misfatto, ed ottenutala non senza una premurosa esortazione di procedere col maggiore impegno, ubbidi egli prontamente, assoggettandone sei de'più colpevoli al meritato castigo. Si scosse allo strepito di questo avve nimento anche lo zelo degli altri Vescovi ed Inquisitori; e allora fu che allo scoprirsi attorniati da tanti e sì perfidi Eretici, Giudaizzanti ed increduli, che si erano potuti insinuare in quel regno fra i torbidi dell' infelice governo di Giovanni ed Enrico, si videro nella necessità di pregare i due regnanti Ferdinando ed Isabella a voler proseguire l'opera già incominciata. E questi non sordi a si giuste premure stimolarono il fervore del Cardinale Mendozza Arcivescovo di Siviglia e del P. Tommaso Turrecremata Domenicano loro Confessore, perchè prendessero di ciò cura speciale ed incoraggissero gl'Inquisitori perchè a norma de sagri canoni procedessero con ogni rigore. Intrapresero i due invitti campioni del nome cristiano con grande ardore di spirito un' opera cosi salutare, e molti Eretici e Giudaizzanti pentiti ricondussero al sagro ovile, molti ostinati ed impenitenti assoggettarono al meritato castigo. Ma non lasciarono di vedere però quant' era sproporzionata la sola loro opera a tanto bisogno, e quanto sarebbe stata opportuna una riforma del tribunal

(a) Mariana de Reb. Hispan. lib. 24. cap. 17. (b) Proleg. s. ୧୨

tom. 3.

delegato, che dando miglior' ordine e sistema a tutti i tribunali del regno, ed aggiungendo autorità e forza agl' Inquisitori da deputarsi in appresso in maggior numero, agissero di concerto in quelle parti ove giungere non poteva, tuttocchè fervidissimo, il loro zelo apostolico. E questo è che progettarono da prima ai suddetti regnanti, e ch' essi nel 1479. ottennero da Sisto IV., e non tardando a prevalersi de' favori apostolici in affari di tanta importanza furono indi a poco deputati due Inquisitori Domenicani in Siviglia: e perchè due soli non erano sufficienti dov' era sì copiosa la messe, nel 1482. vennero destinati dallo stesso Sisto IV. altri sette Domenicani al medesimo intento, e furono sparsi anche ne' regni di Castiglia e Leone. Sono incredibili i vantaggi che riportò la cattolica Religione da così utili provvidenze, in vista de' quali non mai stanco lo zelo del Romano Pontefice di dar mano a più felici successi, e la pietà dei due regnanti di secondarlo, delegò quello nell'anno 1483. all' Arcivescovo di Siviglia la facoltà di conoscere in grado d' appellazione le sentenze dell' Inquisitori provinciali, e di prescegliere il P. Turrecremata ad Inquisitor generale e primario ne' mentovati regni di Castiglia e Leone coll' autorità di delegare e rispettivamente rimovere dai loro officj gl' Inquisitori soggetti e i due regnanti si diedero premura di onorare un si magnifico tribunale della autorevole loro protezione che fin d'allora cominciavano ad esercitare, e coll' eseguire prontamente, e secondare le giudiciali sue risoluzioni, e col provedere di generosi assegnamenti, e decorose prerogative quel reale consiglio che lo spaleggia e cui furono assoggettati non che i regni di Castiglia e Leone ma anche quelli di Valenza, Catalogna e Sicilia e molti altri in appresso (a).

و

Io non trovo che sin dal nascere di questa riforma sia stata fissata la delegazione ne' soli Vescovi e non è credibile che il Turrecremata e l'Arcivescovo di Siviglia abbiano voluto privarsi dell' attività e premura di tanti Inquisitori Domenicani, dai quali erano stati sì ben serviti. Non sono però di questo molto sollecito, chè poco interessa il saperlo per rilevare l'utile cambiamento ch' ebbe in questi tempi l'Inquisizione di Spagna: quello che più importa si è che una tal mutazione ed una co

(a) Paramus de Orig. et progres. &. lib. 2. tit. 2. cap. 3.

sì nobile cospirazione di sacerdozio e d'impero a pro della Fede cattolica riuscì poi ai suddetti regni e dovunque si dilatò così vantaggiosa, che non solo potè abbattere tutti quegl' Infedeli, che disturbavano nell' interno di quei regni la Religione e pietà, ma ha potuto resistere ancora a tutti gli sforzi che hanno fatto in appresso i Protestanti per insinuarvi i loro errori, e ne ha sperimentata la forza (se pur si può credere in qualche cosa all'autore dei Fatti &c.) anche ai dì nostri l'infelice Olivarez, ché avendo voluto introdurvi alcuni villani Protestanti per coltivare certi terreni, ha incontrato un forte ostacolo da quel tribunale, il quale ha voluto a ragione preferire la coltura dell' anime a quella dei campi e mentre costoro divenuti sempre peggiori seguitano a fare stragi di anime in tante parti d'Europa, i soli regni di Spagna e di Portogallo, mercè il rigore e buon' ordine del loro sì ben' assistito tribunale, possono vantarsi di godere in materia di Religione una tranquillissima pace, e di essere in ogni parte Cattolici ; ond' ebbe a dire il Baronio all'anno 638. non esse indebite usurpatum titu lum Hispaniarum Regum, ut Catholici cognominentur, utpote tanto facti titulo digni, quod non solum jurent se catholicos, sed neque passuros quemquam non catholicum in eorum amplissimis regnis penitus reperiri. Questa però ch' esser dovrebbe la più copiosa sorgente del loro ingrandimento e delle loro lodi, è stata, chi il crederebbe! la sola cagione di quelle maldicenze e calunnie incredibili, dalle quali vengono bersagliati in tutti quei libri, che prendono a maltrattare il tribunale del S. Officio, i quali cercano ne' regni di Spagna e di Portogallo ciò, che non trovano altrove, per iscreditarlo, e procurano d'involgere tra le tenebre, dalle quali pretendono di poter dimostrare ingombrato il suo tribunale, ogni gloria e splendore di quei fioritissimi regni. Non è questo il sentimento dei buoni, i quali persuasi della molta Religione e pietà che in loro si annida, non hanno mai defraudato neppure il tribunale istesso di quegli encomj, che gli erano dovuti, come si può vedere presso Roderico Achuna (a), il Mariana (b), il Ribadaneira (c), il Simanca (d) e molti altri. I soli Protestanti ed altri

[ocr errors]

(a) de Confess. Sollic. quaest. 22. num. 15. (b) Stor. di Spagna tom. 3. lib. 24. cap. 17. (c) Vitae P.Ignatii lib.3.cap.7. (d) de Catholicis Instit.lib.2.

male affezionati alla podestà della Chiesa lo hanno maltrattato così: nè io intendo di prenderne la difesa in questo nostro carteggio, nel quale parlo del tribunale di Roma e di quelli soli che hanno con esso maggior connessione, non di quello di Spagna, di cui voi non vi siete mostrato punto sollecito, e che è già stato sostenuto con valore dal Padre Torrezillas nella sua Apologia e dall' ab. Vayrac nell'opera dello Stato presente della Spagna, e da varj altri, alle opere dei quali quand' anche vi fosse che ag. giungere, l'inclita nazione spagnuola, feconda mai sempre d'uomini eccellenti non meno nella pietà che nelle lettere, non a vrebbe bisogno de' miei meschini talenti per sostenerlo; la quale saprà rintuzzare altresì assai bene e colle usate pratiche dell' antica pietà l'ardire dell' ab. Fleury, il quale non si è vergognato di scrivere nel discorso 7. altre volte indicato, che nei paesi dove o non è mai esistita, o è stata levata l'Inquisizione, non è la Religione in minor lustro, che dove si trova, anzi è in assai migliore stato perchè l'Inquisizione non fa altro che rendere i Popoli ignoranti ed ipocriti : sentimento tanto meno tollerabile, quanto proveniente da uno più versato nella storia ecclesiastica. Bisogna essere molto maligno per interpretare in mal senso tutti gli atti esteriori di Religione e pietà, che si vedono con tanta frequenza in quei paesi, nei quali ha luogo il sagro tribunale; e molto ignorante per non sapere che non ebbero mai personaggi così insigni in ogni maniera di letteratura e dottrina versatissimi l'Italia e la Francia, come in quei tempi appunto, in cui più vigoroso sussisteva in mezzo a quelle il tribunale del S. Officio, e che non vide mai la Spagna giorni più lieti e adorni d'uomini celebri di quelli, ne' quali lo zelo di Ferdinando e di Carlo e la pietà di Filippo II. avevano reso in quel le vaste contrade più formidabile il tribunale medesimo. Aetas illa, ce ne assicura l'ex-Gesuita Raimondo Diosdado Caballero (a), vere aurea fuit, in qua si caeteras Hispania nationes eruditione non superavit, earum certe nulla inferiorem se praestitit.

[ocr errors]
[ocr errors]

Sarebbe anche bene, che i Domenicani prendessero la difesa di quegl' Inquisitori, che prima della riforma di Ferdinando hanno così nelle Spagne come altrove quasi privativamente occupato un tal posto, e sono stati assai maltrattati dal commentato

(a) de Prim. Typogr. Hisp. Aetat. Spec. pag. 31.

« PredošláPokračovať »