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sani, ne' beati Gualla e Corrado, nell' Eimerico, in Diego Deca, in Vincenzo Bandelli, in Silvestro Mazzolini, in Leandro Alberti, nel Campeggi, nel Galamini, nel Mazza, nel de Orestis, nel Maccarinelli ed in cent' altri uomini sommi e per dottrina sì rinomati, che chiaro tuttora risuona il loro nome nella letteraria repubblica, e per probità tanto eccellenti, che o sono già stati in gran parte sollevati agli onor degli altari, o ne sono riputati da chi li ha avuti in pratica non immeritevoli . Ma avevano costoro ben' altre mire da quelle de' Romani Pontefici; ed erano regolati da ben altri principi che da quelli dell'onestà. Per arrivare al pessimo loro intento di screditare il nostro tribunale hanno raccolti con somma diligenza tutti i difetti de' meno dotti e meno morigerati, e con soprafina malizia li hanno esagerati e trasportati dalle persone alla carica, senz' accennare neppur di volo la perfezione ed il merito d'infiniti altri, dai quali ritrar poteva non piccol lustro e splendore. Noi lasciamo che questi immondi animali si ravvolgano nel lezzo delle loro immondezze; e sicuri che i difetti dell'amministratore non possono pregiudicare alla carića, contentiamoci di difender questa dalle ingiuriose opposizioni, che la combattono direttamente, e tentano di offuscarla nel più bello splendore del suo regolamento e sistema.

La restrizione però de' vostri dubbj che più m'interessa, e di cui vi prego con premura maggiore, si è che non li lasciate mai trascorrere a fatti e cause particolari, nelle quali si spaccia con somma franchezza dai nostri contraddittori che il S. Ófficio abbia talvolta sbagliato. Chi può negarlo generalmente, che sappia da Demostene che omnia praeclare gerere, et successi bus uti perpetuis rerum, nec quicquam errare Deorum est (a); e da S. Agostino che volentes nolentes multum errant qui judicant (b)? Ma chi può quindi a ragione inferire che merita per questo disapprovazione e disprezzo o il loro impiego o chi

sostiene? Quando sarà riuscito ai nostri contraddittori di ri trovare un tribunale puramente umano, che costretto a giudicare fra le caligini e miserie che ci assediano per ogni dove in questa valle di pianto, il quale non abbia sbagliato giammai, avranno qualche ragione di anteporlo al nostro, che ha avuto bisogno

(a) Orat.pro Corona. (b) Serm. de tempore 130.

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di qualche riforma per divenire meno soggetto ad errare: ma non riuscendo loro di ritrovarlo, ammirino piuttosto in questo la molta cura e diligenza che usa per evitare i disordini, e cessino una volta di andare in traccia con tanta sollecitudine di ogni suo mancamento per iscreditarlo. Anche S. Gioanni Grisostomo ingannato dalle maligne deposizioni di bugiardi accusatori e testimonj, che erano congiurati contro Severiano, e dalle bugiarde apparenze di esteriore pietà de' Monaci della Nitria, già condannati come Origenisti da Teofilo Vescovo Alessandrino, sbagliò e nel condannare il primo (a) e nell'accogliere con troppa benignità i secondi (b): ma chi ardirà mai per questo di mettere in dubbio o la santità del giudice o la necessità del tribunale vescovile, dal quale emanò il bando a danno di Severiano? Non da fatti individui, che possono per mille accidentali combinazioni riuscir male anche senza colpa d'alcuno; ma è da valutarsi l'integrità e perfezione di un tribunale dalla giustizia delle sue leggi, dalla bontà delle dalla bontà delle persone che per lo più lo amministrano e dall' aggiustatezza e rettitudine delle regole e riti che osserva nel disimpegnare le sue incombenze Le quali cose essendo salite all' ultimo grado di perfezione nella felice riforma, ch'ebbe il tribunale del S. Officio da Paolo III., Pio V., e Sisto V., per quanto fossero state e precipitose e frequenti le anteriori cadute nate da tutt'altro principio che dalla cattiva sua costituzione, non ha da temere i rimproveri di chicchessia, nè ha bisogno delle nostre apologie e discorsi per sostenersi.

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Non è però questo il solo motivo che mi costringe a dover' escludere dal nostro carteggio i fatti particolari, ed a pregar voi a dispensarmi da sì nojose ricerche. Più di questo mi move l' impotenza, in cui mi trovo, di farlo colla dovuta esattezza. Voi ben sapete con quanta premura s'adopera il tribunale per animare la speranza de ricorrenti, e renderla persuasa che fuori dei casi d'indispensabile necessità non saranno mai manifestati ad alcuno; e quanto sia geloso del segreto in tutta la serie del suo procedere. Lo esige con tal rigore, che non solo costringe col sagro vincolo del giuramento i denuncianti ed i testimonj a nulla ridire, fuori che ai rispettivi confessori, di ciò che hanno detto o sentito in giudizio, ma assoggetta alle pene più

(a) Baron, ad ann. 401. num. 62. 63. & 64. (b) Natal. Alex. Hist, soec. 3. cap. 3. §. 3. 8.3.

rigorose e severe tutti que' ministri che ne fossero o con parole o con fatti violatori sagrilegi, e non vuole che possano essere assoluti che dal Sommo Pontefice, ed al sorgere di qualunque dubbio vuole che sempre sia interpretato a favore del segreto. Or posto ciò, com' è mai possibile ch'io giunga a scoprire quelle più minute notizie, che servir potrebbono a giustificazione e schiarimento de' fatti particolari? Chi me ne darà le opportune notizie ? Chi l'adito mi aprirà per rintracciarle ne' suoi imperscrutabili archivj? Quand' anche foss' io o fossi stato uno de' suoi ministri, non mi costringerebbe un preciso dovere di Religione a tutto nascondere ne' segreti recinti del cuore, anche a costo di sentirmi travisata in mille guise la verità più evidente e palmare? La sola facilità ch' hanno le vostre gazzette di spacciare con somma franchezza ciò che non sanno, e di passar sopra tutti i cristiani doveri di Religione e di onestà, e non avendo a che appoggiarsi di sussistente e reale, di finger ciò che torna loro meglio in acconcio potrebbe rendermi anche in questo spedito e facile il modo di obbedirvi: ma io non ho questa intollerabile temerità, ed avendo preso l'impegno d' istruirvi con ogni religiosità e decenza non posso io ingannarvi con favolosi racconti e maliziose imposture.

Non mancherebbero per verità pubblici documenti ed autentiche storie, che servir potrebbero a schiarimento e difesa di alcuni casi particolari. Parla a lungo il Card. Albici dell' imposture sparse da Fr. Paolo sulla condotta tenuta dal nostro tribunale nelle cause de' Visconti di Milano, degli Estesi di Ferrara, dei Malatesta e Manfredi di Rimino e di Faenza, degli Ordelaffi di Forlì: ed anche il Conte Battaglini ne giustifica alcune nella sua bell' opera delle Monete e Sigilli de' Malatesta. Giustificazioni consimili s'incontrano e nella Biblioteca dell' Echard e nel Bollario ed Annali Domenicani relativamente alle ingiustizie attribuite all' Eimerico nel procedere contro Raimondo Lullo, all' Ostrazio contro Reuclino, a Tetzelio e Prierate ed al Card. Gaetano contro Lutero: ed io le credo più che bastanti a vostr❜ istruzione e disinganno; tanto più che se qualche inesattezza vi restasse non dissipata abbastanza, che per verità non vi resta, essendo queste cause tutte anteriori all' indicata riforma cadono sotto la prima eccezione, nè devono interressare il presente carteggio. Non si può dire lo stesso della causa del Galileo, che hanno sempre in bocca i moderni oppositori, la quale sebbene nella sola singola

re moderazione e dolcezza si sia scostata alquanto dal consueto metodo più comune, non è però anteriore all' indicata riforma . Ma anche di questa hanno prese le opportune difese varj moderni scrittori, tra i quali il valoroso Valsecchio (a) ed il Padre Maestro Soldati (b): e vengo assicurato da buona parte che per quanto siano stati nelle loro arringhe eccellenti, mancanti però delle più copiose notizie, che stanno nascoste negl' impenetrabili scrigni del S. Officio, non hanno potuto agire che per metà la causa del tribunale, nè tutta mostrare la prudenza, l' equità, la moderazione e clemenza usata da lui in quest' incontro. A tutto librare sulle bilance del santuario, egli non si è mostrato d altro sollecito allora che di preservare dallo scandalo i buoni Fedeli e vendicare i suoi torti: ed è troppo indecente e maligno l'abuso che fanno i nemici del tribunale del raro talento e sapere di si grand' uomo per rivolgerlo senza proposito a danno e discredito del tribunale. Non vi è tra noi chi non parli con moderazione de' severi giudizj fulminati e dal Jurieu contro Cartesio e dai Teologi di Alla contro varj filosofi e scrittori di primo rango; eppure non era no nè di talento inferiori al Galileo, nè meno provveduti di cogni zioni. E il solo talento e sapere del Galileo, che non è mai stato un sicuro preservativo d'ogni errore, sarà bastevole a giustificare i clamori de' nostri avversarj, ed a screditare un giudizio fatto da un tribunale così rispettabile, fatto con tanta moderazione e cautela, fatto a riparo di uno scandalo grandissimo, che allora più che mai ricevevano i Fedeli dalle novità di un' ingegno non poco equivoco in materia di Religione, fatto a difesa della sua stessa autorità, ch' era stata disprezzata da lui con sommo ardire, e fatto finalmente a disapprovazione di un sentimento, che non ancor dimostrato, come costa dalle opposizioni del Leibnizio e di altri eccellenti filosofi, tra le caligini delle sue incertezze, se avviene che venga enunciato assertivamente, non lascia di comparire anche ai dì nostri non del tutto conforme alle divine istruzioni? Maggiore per verità era stato il rigore che aveva usato poco prima con Aonio Paleario, del talento del quale abusano egualmente i miscredenti in aggravio del tribunale: ma fra tante dimostrazioni che aveva date d' avversione alla S. Sede e di favore alle allor nascenti perverse massime de' Protestanti, non era

(a) Relig. vincitr. part. 1. not. 6. (b) Confutazione degli errori e calunnie contro la Chiesa e la sovranità tom. 2. cap. 14.

stata piccola la clemenza del S. Pontefice Pio V., che nella prima condanna non l'aveva obbligato ad altro che ad esibire un pubblico segno di ravvedimento a riparo dello scandalo enorme, che aveva già dato coi perniciosi suoi scritti e portamenti; ma s' egli indocile ne' suoi errori s'ostina, e ricusando di somministrare al pubblico la prescritta edificazione si mostra impenitente, chi merita disapprovazione? il tribunale, che in tempi così calamitosi corre al riparo di sì grande scandalo, o Aonio, che anche tra le forze del tribunale ha l'insoffribile temerità di rinnovarlo? Si può dire lo stesso delle cause del Pomponaccio, di Cecco d'Ascoli, di Giacomo Paleologo e di varj altri, de' quali con sorprendente sciocchezza si disapprova il giudizio per la loro abilità nelle lettere. Ma di questo abbastanza: che, come vi ho già detto da prima, non è nè conveniente cosa nè eseguibile l' inoltrarsi di più nelle ricerche di queste e di altre consimili cause particolari, sempre alterate dagli oppositori con più menzogne e finzioni che non fu da Omero la guerra di Troja, e sempre impenetrabili ad un privato scrittore, che ne volesse intraprendere un' accurata disamina.

Ed eccovi accennati que' limiti, fra i quali avrei piacere di vedere ristrette le vostre ricerche prima di accingermi a darvi una più precisa risposta. Vedo anch' io qual più ampio campo resterebbe aperto al nostro carteggio, se potesse vagare liberamente per ogni tempo e per ogni fatto particolare, o fosse questo appartenente al tribunale, o alle persone che lo hanno sostenuto: ma in tanto spazio ed ampiezza qual termine poi potrebb' egli aver mai in quant' inezie non andrebbe egli a perdersi? o quanto frequenti non diverrebbero almeno le inadequate e mal sicure risposte che io sarei costretto di dover dare a parecchi de' vostri quesiti, atte piuttosto ad ingombrarvi la mente di dubbj e di errori che a rischiarirla con utili verità? Ah non perdiamo il tempo così malamente! e ben persuaso che i limiti da me prescritti e niuna escluderanno di quelle ricerche, che possono riuscir vantaggiose, e lascieranno a voi libero il campo da potervi occupare in più utili investigazioni, prestatevi di buon' animo alle discrete mie brame: e siate certo che riuscirà senz' alcun vostro pregiudizio e discapito, la vostra rassegnazione e farà crescere sempre più in me la buona opinione, che da tanto tempo ho concepita della vostra bell' indole, e m'impegnerà a dimostrarmi con sempre maggior premura ed affetto che sono

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