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stas Episcopo non adimitur per Inquisitores, sed hi instituti sunt, ut ei opem ferant, ut quas ipse neglexit partes exple. ant, ut pluribus subjecta oculis tutior sit integritas Fidei, ut qui unam particularem, et qui totam universalem Ecclesiam regit simul collatis consiliis et opibus custodiant Religionem, nihil christiano homini antiquius esse debet (a). Varj sono gli esempi, che addur potrei di queste premure; ma per non dilungarmi mi contenterò di quelli che sono o più noti o a noi più vicini. Furono privati ai giorni nostri di questo sussidio i Vescovi dello stato di Parma; ma ne piansero la fatale caduta, e pronti si mossero a ricercarlo avidamente e al Romano Pontefice e al loro sovrano pietosissimo: nè lo ricercarono invano. Lo richiese dalle più rimote contrade del Malabar nel 1599. in un suo Sinodo diocesano Mons. Alessio di Molessis, scrivendo, Venerabundo et obsequenti animo una cum omnibus Sacerdotibus ac fideli populo hujus dioeceseos se subjicit haec Sinodus sancto, integro, justo et necessario S.Oficii tribunali in his partibus existenti.... Supplicat etiam dom. Inquisitoribus, ut velint, ne opportunum remedium animabus desit, Commissarios suos instituere in hac dioecesi (b). Lo hanno ricercato, non sono molti anni, gli Arcivescovi di Firenze, di Pisa, e di Siena, i quali, scoperto appena che il nuovo concordato di Benedetto XIV. coll'Imperatore Francesco aveva messe quell'Inquisizioni in qualche perniciosa inazione, furono i primi a lagnarsene presso Clemente XIII. suo successore, e furono i più efficaci promotori di quelle istanze, che per riparare al disordine passarono dal trono pontificio alla Maestà dell' Imperatore (c). E si può dire in qualche vero senso, che lo ricercano anche adesso tant'altri, i quali si lagnano incessantemente presso la prima Sede dell'impossibilità, in cui si trovano di riparare senza questo sussidio all'inondante incredulità e dissolutezza, e cercano dal tribunale di Roma direzione e consilio.

Nè i soli Vescovi sparsi per le varie parti del mondo cattolico si sono mostrati di questo giustissimo sentimento, ma l'hanno conservato anche congregati in Concilio, e l'hanno spiegato assai bene e per non ripetere ciò che ho accennato altrove, passo sotto silenzio quanto a sua gloria e presidio s'incontra ne' Concilj Viennense, Costanziense e in quelli di Siena e di Basilea, ed in cent' altri provinciali e nazionali Concilj: solo mi

(a) lib.4.tit.8.num.6. (b) Concil.Labb.supplem. tom. 6. p. 53. (c) Memoria al Nuncio di Vienna

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contenterò di descrivere ciò che leggiamo nella storia del Concilio di Trento (a), nel quale non hanno i Vescovi mostrato minore zelo per sostenere il decoro della loro dignità, che premura per conservare il tribunal della Fede. Si mostrò quello nelle molte cose che ordinò a moderazione e riforma dell' eccessive esenzioni de' Regolari: comparve questa nella prudente ritirata che fecero dalle concertate risoluzioni, pel solo sospetto, che potessero riuscire di qualche pregiudizio al medesimo e nella cortese udienza che prestarono all'energico discorso del P. Gio: Battista Burgos Agostiniano, che predicando nella seconda domenica dell' Avvento li esortò ad usare ogni diligenza per estirpare nello spuntare de' primi germogli i nuovi errori, vocatis etiam ad eam rem, qui opem ferant; e nelle lodi finalmente che diede alla Spagna per la molta felicità, che trovava nel suo tribunale, di vincere l'eresia e di espugnare gli Eretici (b). E' vero che nè il Concilio nè il Papa si dimostrarono molto propensi alle premure del Re Cattolico, che cercava di dilatare il sistema dell' Inquisizione di Spagna anche ne' paesi d'Italia: ma anche Fr. Paolo (c) accenna, che questa riserva non nacque che dal desiderio di preservare intatta l'autorità vescovile, che in quel sistema non sembrava ad alcuni risparmiata abbastanza: e per dileguare ogni ombra e sospetto d' aggravio hanno preferito al più forte il metodo più favorevole alla vescovile podestà (d), quale era appunto quello d'Italia, contro del quale non nacque in quel venerabile consesso alcuna benchè minima lagnanza. Eppure non era ancora ridotto in quel tempo a quella perfezione, che acquistò in appresso. Eppure agiva allora con minore circospezione e riser va. L'apostata stesso Marc' Antonio de Dominis, che fu il primo tra i Vescovi, al quale dispiacque la sua istituzione, perchè nulla volle approvare di ciò, che avevano fatto i Pontefici, lo vide si poco molesto alla giurisdizion vescovile, che sebbene sussistesse sin dai suoi tempi in Dalmazia dove egli era Vescovo, pure appena lo tocca in questo aspetto e solo si sforza, ma inutilmente, di mostrare, che è stato di pregiudizio alla maestà dei sovrani ed alla libertà della Fede (e). Sapete chi prima e

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(a) Sess. 24. cap. 5. de Reform. (b) Tom. 20. Concil. Labb. (c) Stor. del Concil. lib. 8. pag. 740.

(d) Pallavicin. Stor. del Conc. lib. 22. cap. 8. (e) de Repub. Eccles. lib. 6. cap. 5. num. 162.

più d'ogni altro si è riscaldato su questo punto ? uno che non è stato mai Vescovo, ma ha desiderato di esserlo con quel trasporto di ambizione, che tanto disdice ad un tal grado, e per divina disposizione suol' andar sempre deluso; vi si è riscaldato più d'ogn' altro Fr. Paolo, il quale in quest' istituzione vede una mortale ferita data alla podestà vescovile; e ne' ripieghi che finge inventati dai Papi per acquietare i loro clamori, scorge una nuova insidia per ingannarli. Ma nemico com' egli si mostra di tutto l'Ordine ecclesiastico, e sostenitore troppo appassionato della podestà secolare, non merita alcuna fede; ed i savj e religiosi Pastori non cesseranno mai di approvare i sentimenti giustissini del Seripando riportati dal Cardinal Pallavicini nella storia del Concilio di Trento (a), che nel sostenere i privilegj dei Regolari meritarono l'approvazione di tutti, a differenza di Monsig. Martelli, il quale incontrò il comune disprezzo per aver voluto riprovare con soverchio ardire le piccole esenzioni, privilegj e diritti che si lasciavano ai Regolari più a difesa della foro attività e a loro migliore regolamento interiore, che a ricompensa delle loro fatiche (b). Io non farò che adattare agl' Inquisitori ciò che disse allora il Seripando parlando della sola predicazione, che quadra a meraviglia anche al nostro proposito e mostra ad evidenza come la vescovile dignità viene dalle loro fatiche sollevata piuttosto che avvilita e depressa. Nascere diss' egli la loro opportu nità non dalla incapacità e negligenza de':Vescovi, come pure si è immaginato taluno, ma dalla misera condizione della natura umana, che inferma e debole com'è non basta a supplire alle gravi e moltiplicate incombenze senza il soccorso di molti, e dall'esser le cure del Vescovato, e per la moltiplicità de' Fedeli, e per esser giunte al più bel colmo di sua perfezione, cresciute per modo, che non può il solo Vescovo supplire a tutto esattamente e siccome ha bisogno e di Parrochi e Pastori inferiori, fra i quali divider la cura dell' amministrazione dei sagramenti, e per una più immediata e frequente assistenza alle sue pecorèlle di altri coadiutori ministri, che le pascano senza ritardo con salutari istruzioni; così ha bisogno di giudici delegati, che a lui si uniscano per castigare gl' increduli: e quest' ajuto essere tanto più da desiderarsi da loro, quanto è maggiore l'influsso che riceve dalla

(a) lib. 7. cap. 5.num.9. (b) ibid. lib.7.cap.4.num. 12. & 13.

principale sorgente della loro grandezza, quanto più intralciati e difficili riescono per ordinario questi affari, e quanto è più pericoloso il correggere che l'istruire.

Sono dunque favole quelle, che con Fr. Paolo vi hanno raccontato le vostre gazzette; e potete adesso viver sicuro che sono vane chimere e maliziosi pretesti i pregiudizj recati dal S. Officio all' Ordine vescovile, che spacciano i malevoli per iscreditarlo. Volete sapere quello che ha fatto realmente, ed è forse la sola cagione di tante calunnie e rimproveri? ve lo indica l'autore anonimo nella lertera, che scrisse i 10. maggio 1763. sul decreto del Parlamento di Parigi, colle seguenti espressioni: L'Inquisizione fu stabilita per arrestare i progressi dell'errore; ed ella ha ottimamente adempiuto al fine della sua istituzione presso i nostri vicini . Alle funzioni di un tal tribunale la Spagna in particolare è debitrice di non aver mai vedute le sue provincie bagnate del sangue de' suoi cittadini armati dall'eresia e dal fanatismo. Alle funzioni di questo Tribunale i Re stessi di Spagna debbono il non essere stati esclusi dal trono per arresto del Consiglio di Castiglia, il non essere stati ridotti a soggiogare sudditi indocili, che abusassero della Religione per santificare la loro rivolta. Perche nella Spagna vi e un' Inquisizione, non ci si veggono Ere. tici nè si sono vedute leghe, barricate, guerre civili . In una parola tutti questi errori sono sconosciuti ne' paesi d' Inquisizione. Sono eglino per preferenza venuti a piombare ́sugli Stati, che non conoscono questo tribunale. La nostra patria n'è stata piu d'una volta, e n'è ancora la vittima..... Se questo tribunale stabilito da principio tra noi avesse potuto perpetuarcisi, noi avremmo più oltremontanismo; ma avrem mo noi de' Filosofi? avremmo noi degli Enciclopedisti? avrem mo noi degli scrittori pronti ad ingiuriare il Capo della Chiesa, e la corte di Roma? aggiungerò io: tutto l'Ordine sagro ed il principato? Nè la sola Inquisizione di Spagna è stata sì profittevole alla Chiesa ed allo Stato, ma anche quella d'Italia; e ce n' assicura il celebre Lodovico Muratori (a), che alla sua vigilanza e attività attribuisce il ritardo de' progressi de' Protestanti in molte parti d'Europa e la totale preservazione dell' Italia. Sono questi i pregiudizj, che la S. Sede ha recati all' una e all' altra società coll'istituzione del tribunale del S. Officio. Sono queste

(a) de Ingen.Moderat. lib.2. c. 9., &t.5. Antiqu. Ital.dis. 60.

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le conseguenze non immaginarie, ma vere, che porta seco dove egli sussiste. Sono questi i vantaggi che fa sperare dovunque è rimosso. Tutto il frutto delle instancabili sue opposizioni e fatiche ridonda in altrui sollievo; ed alla S. Sede non resta che l'inevitabile odiosità, che porta seco presso i malvagi la nojosa incombenzá di doverli molestare e correggere, la quale per altro viene compensata abbastanza e dall' applauso ed approvazione, che riscuote per questo da tutti i buoni e costumati Cristiani e dall'utile stesso che ne riportano e la civile e la cattolica società. E finchè non riesce ai nemici del tribunale di dimostrare, che il sostenere, com ha fatto tante volte la S. Sede, sulla testa de' sovrani le vacillanti corone, il pacificarli coi nemici più formidabili il rendere i loro sudditi più obbedienti e soggetti ai loro cenni, è riuscito loro di gran pregiudizio e ruina; e finchè non potranno mostrare che è stato di grave danno ai Vescovi il difendere, com' ha fatto maisempre, i loro beni, perchè da mani rapaci ed ingorde non fossero involati, il sostenere le essenziali loro prerogative, il sottrarli da incompetenti soggezioni e dipendenze, e il proteggerli perseguitati, l'accoglierli fuggitivi ed il mantenerli mendici; s' adopreranno in vano per far credere che abbia dato la S. Sede un minimo contrassegno non dirò d'avversione ma neppure di poca premura e rispetto pel loro grado. Gli argomenti, che vanno mendicando dall'istituzione del tribunale del S. Officio, sono tanto inetti a giovare a quest' intento, che dimostrano piuttosto il contrario, e non possono essere usati con profitto se non da chi fa i principi Capi della cattolica Religione, i Vescovi Papi nelle loro diocesi, ed altro non vede nel vero Papa che un puro Vescovo, che non ha fuori di Roma alcuna ingerenza e potere. Ma queste sono eresie che fanno inorridire chiunque le ascolta: non possono dunque servire di alcun presidio alle chimeriche loro dimostrazioni, che ogni ragion vuole che siano accolte con quel disprezzo che meritano i principj dai quali discendono. Disprezzatele anche voi con quel coraggio, che v' ispira la Religione che professate, e persuaso che dall' istituzione del tribunale del S. Officio non possono i Vescovi ed i sovrani riportare che onore e vantaggio, raccogliete quant' altri difetti sono stati attribuiti al medesimo e andatemeli proponendo successivamente; chè pronto io a darvi in tutto un'abbondante soddisfazione, avrete voi sempre nuovi ed incontrastabili argomenti di valutarmi qual sono

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