Obrázky na stránke
PDF
ePub

sj, d'Adamiti, di Turlepini e Fossarj comparve in varj tempi, e regna pur troppo anche ai dì nostri in tanti libertini ed increduli, che offuscano il bel candore del cristianesimo. Erano ridicoli e fantastici gli spropositi di Valentino; eppure trovarono tanti seguaci, che divisi in varie sette riempirono il mondo di platonici vaneggiamenti. Crediate pure, amico carissimo, che è una vana lusinga il pretendere che gli Eretici, per quanto vili e screditati essi siano, e per quanto abbominevoli siano i loro errori, restino pacifici nel loro nido senza che cerchino di dilatarsi. L'eresia di qualunque condizione ella sia, è una scintilla, che presto divampa e produce vastissimi incendj, e riesce a'buoni Fedeli e a tutta la Chiesa di gran danno e rovina; ed all'abilità, di cui sono privi i vili ed ignoranti suoi inventori e seguaci, ed alla verisimiglianza e decenza, che manca ai loro errori, supplisce pur troppo il Demonio, che, come assicura S. Agostino (a), ha nel loro cuore la sua sede, e al dire di S. Paolo (b), operatur in filios diffidentiae, e sa dare anche alle tenebre sembianza di luce a danno gravissimo e delle Fede e della società de' Fedeli : ond' è che S. Tommaso non senza ragione paragona gli Eretici ai monetarj falsi, i quali con mentite sembianze di veri impronti e metalli viziano la moneta, che è uno de' principali sussidj ed il mezzo più utile al sostentamento della vita temporale. Turbano anch'essi, dice l'Angelico (c), per ugual modo la cattolica società de' Fedeli con guastare la Fede che è il primo alimento dell' anie dopo aver fatto quasi astuti falsarj circolare di nascosto il metallo fregiato della falsa impronta del loro capriccio, cresciuti di numero lo spacciano alla scoperta, anzi divenuti, come si spiega Gregorio IX., di volpi insidiose quasi cavalli indomiti tutta devastano la vigna evangelica: hactenus velut vulpes latenter nitebantur vineam domini demoliri... e poco dopo aperto quasi equi parati ad praelium praesumunt manifeste insurgere contra eam (d); e tali saranno sempre, finchè il padre della bugia li accieca, e infonde in essi uno spirito di superbia e partito; e la Chiesa, e la nobilissima società de' Fedeli avrà da loro tante scosse e ferite, quanti sono i colpi che o di nasco

ma,

....

(a) Enar. in Psal. 103. (b) Ad Ephes. cap. 2. ver. 2. (c) 2. 2. quaest. 11. artic. 3.

(d) Eymeric. direct Ing. in Bull. fol.4.

..in

sto o scopertamente avventeranno costoro per rovinarla, non me no pregiudicevoli allorchè furibondi l'assalgono alla scoperta di quando insidiosi procurano di nascosto la sua rovina: chè non si dilatò meno, al dire di S. Girolamo (a), l'eresia de' sfrontati Ariani, Eunomiani e Macedoniani di quella de' Pelagiani insidiosi; Eunomiani, dice egli, Ariani, Macedoniani nominibus separati impietate concordes nullum vobis laborem faciunt, loquuntur enim quod sentiunt. Sola haec haeresis est, quae publice erubescit loqui, quod secreto docere non metuit. Ideo crescit vestra haeresis, et decipitis plurimos.

Non è però la sola perdita de' figli diletti che la riempie d'amarezza: soffre moltissimo anche nel pieno della stessa sua maestà degradata dalla loro perfidia dal rango della più nobile e perfetta società, che sussista fra noi, alla condizione della più abbietta adunanza. Vibrano costoro i loro colpi spietati contro quel celeste diadema, che la rende regnante in cielo, venerabile in terra e formidabile fin negli abissi. S'avventano alla sua destra, e le strappano di mano quello scettro, che l' ha resa in ogni tempo si venerata e temuta: assalgono il trono, e procurano di privarlo di tutti que' beni e presidj, che sono necessarj allo spirituale e temporale suo sostentamento e decoro; e poco manca che di ammirabile fattura qual'è di una Sapienza infinita, non la traducano qual parto illegittimo dell' umana avarizia e politica; e di amica e direttrice d'ogni altra legittima società non la rendano schiava e vassalla di tutte. Non hanno, è vero, il loro intento così enormi attentati: chè non possono le porte d'Averno prevalere contro di lei; ma qual non soffre danno e discapito dalle continue opposizioni che si fanno a tanti suoi pregi incontrastabili? qual non soffrono adombramento le risplendenti sue glorie fra tante calunnie, che vanno spargendo contro i suoi regolamenti e ministri? fra quali angusti confini non viene ristretta quella luce divina, che è stata accesa dalla sovrannaturale provvidenza perchè risplenda, si diffonda e produca frutti d'eterna vita in ogni parte del mondo ? e tanti danni gravissimi non vinceranno al paragone ogni più enorme attentato, che mover possa l'umana malizia contro la sicurezza e tranquillità d'uno stato? e tante ingiurie e tante perdite e sì grande avvilimento cagio

[ocr errors]

(a) Epist. ad Ctesiphont. ; & in Praef. ad Lib. 4. in Hier.

nato da figli disleali dopo le più solenni promesse di una inalterabile fedeltà non saranno bastevoli a diffondere in loro la deformità del più atroce delitto? Nè mi si dica, che l' esser questa una società religiosa fa sì che non siano i suoi danni da ascriversi a delitto, nè da paragonarsi con quelli, che si recano alle società civili: chè è troppo ridicola l'eccezione, e non l'ammette S. Ago stino (a), il quale scrivendo a Donato Proconsole d' Affrica, dice che quidquid mali contra christianam societatem ab hominibus impiis ingratisque committitur, profecto gravius est et atrocius, quam si in alios talia committantur. E chi può ammettere di fatti questo divario a fronte delle incessanti premure, che ha sempre mostrate la provvidenza divina, perchè nulla mancasse alla sua conservazione e decoro e delle energiche espressioni, che si leggono nella scrittura, le quali tanto esaltano la sua autorità e potere? Non per altro adunque la Sposa di Gesù Cristo è stata sopra immobil pietra situata, come accenna egli stesso in S. Matteo; non per altro si rassomiglia da Salomone ad una formidabile schiera di ben' agguerrita milizia, e si descrivono i mille scudi disposti a suo riparo, ed i mille armati che vegliano incessantemente per presidiarla, se non perchè non ne risultasse che la meschina immagine di una schiava infelice esposta inerme all'urto d'ogni ostile insulto, e soggetta a tutte le calamità senza riparo e difesa? Abbia chi vuole della Sposa di Gesù Cristo sì tristo concetto: io avvalorato dalle forti espressioni, che leggo nelle Scritture, la crederò sempre tanto più rispettabile d'ogni civil società, quant' è più sublime la sua origine, più vasta la sua estensione più nobile e divino il suo stabilimento e carattere; e chi la oltraggia lo crederò sempre reo di tanto maggior colpa, quanto sono più elevati i doni che prende a combattere, più gravi i danni che reca, e maggiore la sua ostinazione e perfidia.

e

Io non so se tutte le ragioni e prove addotte fin qui per dimostrare e i danni gravissimi, che l'Eretico apporta alla religiosa società de' Fedeli, ed il reato che deve risultare in lui per questo capo, siano a portata dei vostri lumi: quand' anche però nol fossero, non voglio perder tempo o nell' aumentarle, o nello schiarirle maggiormente; sì perchè è difficile di ritrovarne delle più convincenti di queste, e mi lusingherei in vano di poterle

(a) Epist. 100. al 127. num. 1.

esporre con maggior precisione e chiarezza, come ancora perchè cosa sarebbe inutile affatto e superflua. Ostinatevi pure, se così vi piace, a credere, che i soli danni della civil società sono la sorgente e misura d'ogni reato; ch' io, mal volentieri bensì, ma pure con gran coraggio vi seguirò fra questi dirupi, senza temere che la troppa mia liberalità nell' accordarvi un solenne sproposito mi possa privare del contento che mi riprometto dalla sicura persuasione in cui sono di poter dimostrare a tutta evidenza che l'Eretico commette un grave delitto. Anche di questi danni egli è colpevole e in vista delle funeste tragedie e ruine innegabili, ch' egli arreca alle civili società, non potrete a meno di non deporre i vostri dubbj, ed il reato di eresia comparirà ai vostri sguardi coperto di tanto maggiore deformità, quanto più numerose ed abbondanti sono quelle sorgenti, che la diffondono, e le prove tanto più efficaci quanto più adattate all' intelligenza di tutti, ed alle massime e principj de' medesimi nostri contraddittori. Non mi contento del cenno che ho già dato di questo disordine; voglio schiarirlo di più a vostro total disinganno e lume maggiore: e perchè non posso farlo in questa colla dovuta esattezza, lo farò in un' altra lettera, che spero di potervi spedire nel ventu ro ordinario; e senza frapporre inutili scuse e complimenti mî dico intanto

LETTERA QUINTA

L'Eretico disturba assaissimo anche la civile società.

Non è certamente la civile società di tutte quelle perfezioni e rare prerogative adorna, che vanta la religiosa società de' Fedeli: chè manca in lei e l'ordine sovrannaturale, al quale è stata sollevata la Chiesa dalla provvidenza divina, e il fine altissimo, al quale è stata diretta, e quell' illimitata ampiezza, che tutta abbraccia l'estension della terra. Non è però così sfornita d'ogni nobile prerogativa e carattere, che chi l'offende andar possa immune da ogni colpa e reato. Se non è Iddio l'unico suo ar chitetto ed autore, non nasce però dagli uomini senza divina approvazione e volere. Se non gareggiano i suoi confini coi confini del mondo, sono però sì estesi, che non ha bisogno che di se stessa per procurare la temporale sicurezza e salute; e se non all'eterna, ha però volti i suoi sguardi alla temporale felicità di tutti i suoi membri. Pregj sono questi sì rispettabili e sublimi, che non possono essere disprezzati che da un selvaggio e misantropo, nè offesi senza delitto. Non li disprezzano per verità i nemici dell' intolleranza e del S. Officio, i quali li esaltano anzi per modo, che quelli soli dichiarano colpevoli di vero reato, che ardiscono di danneggiarli. Or bene, secondiamoli anche in questo stranissimo divisamento, ed approfittiamo a vantaggio della buona causa de' loro stessi principj; e dopo d'aver dimostrato che l'Eretico offende assaissimo la Chiesa, passiamo a scoprire di quanti beni spoglia la civile società, in cui vive, e quanti danni le reLi combatteremo così colle loro stesse massime, e li sforzeremo a confessare che l'eresia è uno de' maggiori delitti che si possano commettere fra di noi. Tant' ho promesso di fare nell'altra mia, e tant' eseguisco con questa.

[ocr errors]

Che la Religione sia ad ogni civile società necessaria è cosa così chiara, che trovo ben pochi tra gli stessi nostri contraddittori, che non disapprovino al sommo Bayle, Tollando Collins, de la Metrie ed altri non molti autori, che hanno preteso che possa sussistere un corpo politico fondato in un perfetto ateismo. Sono anzi per la maggior parte cotanto persuasi di

« PredošláPokračovať »