Obrázky na stránke
PDF
ePub

colla fortuna, che la cattolica Religione ebbe varia ed incostante in quel disagiato paese, gareggiò di poi la felicità della Svezia, come si può rilevare dalle sue più veridiche storie.

[ocr errors]

se

So che a fronte di tanti beni perduti non mancano le ac cattoliche società di vantare la loro felicità: ma io crederò sempre le ciancie de' loro difensori mere imposture e chimere non dimostrano per qual' altra strada diversa da quella che ho accennato sinora siano giunte a sì alto grado: e quand' anche giunte vi fossero colla saviezza e rigore dell' umana loro legis lazione, nè le crederò mai così sciolte da ogni influsso della cattolica Religione che non ne abbiano profittato moltissimo nel sistemarsi, ed in vista della Divinità che oltraggiano coi loro errori e colle perverse loro massime antivangeliche, colle quali vanno sempre più debilitando i suoi benefici influssi, io riputerò sempre quel bene che vantano un bene assai passeggiero ed incerto, anzi uno de' mali maggiori che possa loro avvenire, se ricevono con questa quella qualunque siasi mercede, che meritar possono quaggiù le oneste azioni degli empj, per pagar poi la pena della loro infedeltà a tempo opportuno o con eterni castighi dopo morte o col totale rovescio d'ogni temporale fortuna anche in vita. Nihil est, diceva S. Agostino (a), infelicius felicitate peccantium, qua poenalis punitur impunitas et mala voluntas velut hostis interior, roboratur . E si sa che sostenne il grand' Iddio d' Isdraello con gran pazienza anche per molto tempo. l'idolatria dello. sleale suo popolo, nec statim reddidit, come osserva a questo proposito Lucifero Calaritano (b), sed iterum temporum quo ei placuit tamen reddidit non eis impune idololatriae reatus cedere potuit .

[ocr errors]

Lascio a voi adesso il carico d'epilogare i danni gravissimi, che l' Eretico cagiona alle cattoliche società, col sostituire alla feconda sorgente d'ogni maggiore felicità un parto informe di sua invenzione e capriccio, che tutta la sconvolge e dissesta: e son sicuro, che riandando ad uno ad uno que' sommi vantaggi, di cui tenta spogliarla privandola della cattolica Fede, non tarderete punto à conchiudere, ch' egli riesce alla civil società tanto .più pernicioso, quanto più sode e massiccie sono le massime che

(a) Epist. 138. al. 5. num. 14.

(b) de Reg.apostat.pag.1032.tom.9.Bib.PP. edit. Paris 1644.

[ocr errors]

J

va a distruggere, e quant' è più fina l'arte che usa per ottenerne l'intento. E se l'Ateo e il Deista furono riputati mai sempre nemici della repubblica, perchè tendono a rimovere la base fondamentale che la sostiene; perchè non lo sarà un' Eretico che colla cattolica Religione invola a quella l'ornamento maggiore, e distrugge insieme la più copiosa sorgente d'ogni suo spirituale e temporale vantaggio? E non lo sarà specialmente in una società tutta cattolica, che più d'ogni altra interessa il presente carteggio, nella quale ogni individuo all' ombra benefica di così utile Religione tranquillo riposa, e beve a pieni sorsi da sì feconda sorgente i maggiori e spirituali e temporali vantaggi? Avete voi che replicare contro di una così evidente dimostrazione?

Ma v'è anche di più. Voi non avete sentito finora in questi danni indiretti che il fetido olezzare di que’fiori, che a parere del Bartolotti Solimano ammirava negl' inumani suoi Stati: vi resta ancora a gustare i velenosi frutti, che produr sogliono dovunque non sono recisi colla maggiore celerità e premura. L'ambiziosa eresia o prevale senza contrasto, e va a distruggere quella Fede che forma delle cristiane repubbliche il principale ornamento e sostegno; o incontra ostacoli, come deve senza meno incontrarli trattandosi di cattolice società, e tutta sconvolge la buona economia e disposizione dell' uno e dell' altro governo. Questo è il primo scompiglio che reca direttamente. Così è avvenuto per opera degli Ariani in Oriente; così nella Grecia per parte dei Macedoniani; tanto ardirono i Donatisti nell' Africa, i Priscillianisti in Ispagna, gl' Iconoclasti in Oriente, gli Albigesi in Francia, gli Hussiti in Boemia: e tanto sono lontani dal discolparsene Lutero e Calvino, che anzi approvano e lodano così funeste tragedie; e Lutero ripete sovente nei tenebrosi suoi scritti esser natura del suo vangelo mover sedizione (a); e Calvino volle fregiar la fronte delle sacrileghe sue Istituzioni con quell' emblema: Non veni pacem mittere, sed gladium. E più d'ogni altro se ne mostrò persuaso il feroce Zuinglio, il quale non ripetè solamente più volte, che il vangelo vuol sangue, ma col suo sangue stesso sparso in

(a) Cochleus de actis & scripturis Lutheri.

un fatto d'armi confermò la sincerità della perversa sua as

serzione.

[ocr errors]

Nè crediate con Pietro Bayle e con qualch' altro indiscreto patrocinatore dell' irragionevole tolleranza, che le ribellioni e le stragi fatte dagli Eretici a danno non meno della Religione che delle civili repubbliche siano da attribuirsi piuttosto all' impazienza dei Cattolici, che non seppero tollerare i loro errori ed invece della via della persuasione vollero usare quella della forza per isradicarli, che alla perversità degli Eretici, che colla violenza si opposero alle caritatevoli loro istruzioni. E' questa una delle più maligne invenzioni de' miscredenti smentita da tutte le storie alle quali può sola resistere la più sfrontata empietà ed impudente baldanza. Avevano già deluso ogni speranza del loro ravvedimento, e resi inutili molti congressi e molte caritatevoli ammonizioni de' Pastori cattolici i Donatisti, come scrive S. Agostino a Gennaro (a); anzi, come rinfaccia egli stesso a Bonifacio (b), essi erano prima ricorsi alla forza del braccio secolare &post Episcoporum judicia, ubi eum (Ceciliano) opprimere non po. tuerunt, ad Imperatoris examen pertinacissimis persecutionibus perduxerunt, quando passò la Chiesa a quei rigori, che ne procurarono l' emenda. Priscilliano coi suoi seguaci ammonito in vano nei Sinodi di Saragozza e di Bordeaux (c) a ricredersi del suo errore, aveva già ottenuto per sorpresa la forza contro i Cattolici, quando alcuni di questi presero a combatterlo con quel braccio medesimo, ch' egli adoprava per sostenerlo. E dice assai bene a nostro proposito S. Agostino (d), che avvenne ai Donatisti ciò ch' era accaduto agli accusatori di Daniele, i quali furono sbranati da quei leoni medesimi, ch' avevano attizzati contro di lui : Hoc..... contigit Donatistis quod accusatoribus Sancti Danielis: sicut enim in illos leones, sic in istos conversae sunt leges, quibus innocentem opprimere voluerunt. E Vescovi e Abbati e predicatori e scrittori e preghiere e minacce adoprò la Chiesa per richiamare gli Albigesi dai loro errori prima di combatterli in aperte campagne ; nè

(a) Epist. 88. al. 68. ad Januar. n. 5.

(b) Epist. 185. al. 50. cap. z. num. 6.

(c) Sulpitius Severus Histor. Ecclesiast.lib. 2. cap.47.& 49. (d) Epist. 185. al. 50. ad Bonifacium num. 7.

nè usò mai la forza prima ch'essi movessero le armi del Conte di Tolosa per dilatarli. Che non fece il Sinodo di Costanza per ricuperare Giovanni Hus prima di abbandonarlo al meritato supplicio? Che con Lutero e Calvino Leone X. ed il Concilio di Trento prima di fulminare contro di loro le pene canoniche e dichiararli divisi dalla comunion de' Fedeli? L' Arcivescovo di Praga, Alessandro V. e Gioanni XXIII. usarono ogni più mite maniera per vincere la durezza del primo; e lo chiamò il Cardinal Colonna per udire le sue discolpe, ed esor tarlo a ravvedersi. A Lutero fu spedito il Cardinal Gaetano per ricondurlo ai doveri di Religioso e Cristiano: per Calvino si mosse il Cardinal Sadoleto e non contento il Romano Pontefice di tanta condiscendenza e dolcezza interpose per quello gli officj autorevoli di Carlo V., e con questo le rispettabili esortazioni della Sorbona. Ma se ingrati costoro a tanta moderazione e bontà imperversano vie peggio, e gli Hussiti corrono all' armi, disprezzano i Concilj e si ribellano apertamente al Romano Pontefice; se Lutero ricusa d'abbiurare alla presenza del Cardinale i conosciuti e confessati errori, ed invece di gettarsi in seno della Chiesa che pronta si dichiarava ad accoglierlo amorevolmente, e non poteva, checchè ne dica in contrario l'appassionato autore del Commentario sopra la Bolla di Paolo III., invitarlo a suoi casti amplessi con maggiore dolcezza di quella che usò con lui il Card. Gaetano, ricorre al braccio di potenti sovrani, e move contro i Cattolici ribellioni e tumulti; se Calvino aggiugne nuovi errori al suo Catechismo, confuta le lettere del Sadoleto, ed ha l'ardire di chiamare la venerabile assemblea della Sorbona una greggia di porci (a); lascio a voi il decidere chi sia l'aggressore, chi I assalito, chi abbia incominciata la funesta tragedia, chi è stato costretto a soffrirla, e chi in somma sia da riputarsi colpevole di quelle stragi, che sono venute in appresso. Io non rinfaccierò mai alla Chiesa l'abbondante sua moderazione e clemenza. Non manca chi ha avuto l'ardire di farlo: ed il Cardinal di Richelieu giustifica la carcerazione del Patriarca de' Giansenisti con dire (b), che se Lutero e Calvino fossero stati subito anch'essi rinchiusi la Francia e Germania si sarebbero preservate da un diluvio di

(a) Antidot. ad artic. sacr. Theolog. Parisien. (b) Lafiteau hist. lib. 1. p. 4.

[ocr errors]

mali, che dipoi la innondarono. Ma la Chiesa è degna di venerazione e rispetto e quando soffre con molta longanimità i colpevoli e quando li castiga. Dico solo che grande è l'imprudenza de' nostri contraddittori, se osano di criticarla per qualche rigore ch'hà usato con gli Eretici dopo si lunga pazienza: An dignum fuisse censes, ripeterò io pure con Lucifero Calaritano che parlava all' Ariano Imperatore Costanzo (a), obviam Pastores tibi iremus siccis parato faucibus ad nobismet nobiscum commissos transvorandos. La difesa è di comune diritto; e nel rigore, che la Chiesa ha usato talvolta coi settarj, altro io non ravviso in essa che una madre amorosa, la quale invece di fare uso di quella podestà che ha ricevuta da Dio di castigare ogni disubbidiente, altro non adopra anche coi ribelli suoi figli, che la facoltà propria ď ognuno di conservarsi e difendersi; ed altro non s'incontra nei novatori e settarj, che arrabbiato furore, malignità incredibile, e nell' assalirla ed offenderla un' intollerabile ostinazione e barbarie. E come la riforma di Lutero e Calvino non è stata che indiscreta ed imprudente, nè è nata d'altronde, e lo confessa lo stesso Marc' Antonio de Dominis (b), che ab hominibus tumultuantibus, & odio, pessimisque animi motibus, & affectibus invidiae, elationis, iracundiae ( taceo pejora ) turgentibus; così tutti i disordini che sono seguiti in appresso non si possono attribuire che alla sola loro malvagità e passione.

Nè vi deste mai a creder che non tutti gli Eretici siano di questo carattere; nè mai vi cadesse in pensiere di distinguere i turbolenti e seduttori dai mansueti e pacifici. Questa distinzione altro non è che una chimera inventata dai miscredenti per nascondere gran parte della loro reità, e divenir meno odiosi e punibili. In questa maniera procuravano una volta i Donatisti di eludere le diligenze e distrugger le leggi dei loro sovrani e della Chiesa. Ma non menò loro buona la scusa S. Agostino, il quale nega (c) senza punto esitare quella piacevolezza ch' essi vantavano, e dice, che sono tutte bugiarde apparenze per ingannare i semplici e divenir quindi col crescere di numero peggiori

(a) De non parcendo delinquentibus in Deum.

(b) Epist. de pace religiosa ad Joseph. Hallum Archipresbyterum Wigorniensem.

(c) Epist. 93. al. 48. ad Vincent.Rogatistam cap.3.num. 11.

« PredošláPokračovať »