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degli altri mitiores quidem esse videmini, quia cum Circumcellionum immanissimis gregibus non saevitis: sed nulla bestia, si neminem vulneret, propterea mansueta dicitur, quia dentes et ungues non habet. Saevire vos nolle dicitis; ego non posse arbitror: ita estis numero exigui, ut movere vos contra adversarias vobis multitudines non audeatis, etsi cupiatis.

Per altro quantunque mancassero talvolta le ribellioni ed i tumulti, non mancarono però giammai molti altri gravissimi danni, che devono temere le civili società dalle perverse loro dottrine, e sono questi almeno in gran parte a tutti comuni; poichè non per altro si scostano dai sentimenti cattolici, se non perchè vogliono sostenere massime contrarie e distruggere quelle utilissime, che professa la cattolica Religione. Ond' è che da essa si devono aspettare tutte le disgrazie e disturbi, che nascer possono da un'uomo di natura corrotta, che non solo non ha alcun freno che lo ritenga ne' ragionevoli e civili doveri, ma trova in vece chi risveglia le addormentate passioni, e le eccita con ogni arte ed impegno. Fate che si sparga fra i popoli la strana idea, che dà Calvino (a) di quelle somme podestà, sopra le quali la pubblica felicità, come sopra immobil base, sicuramente riposa, chiamandola sanguinaria insolentium Regum sceptra; e che siano riputati coloro, che la sostengono, malvagi, frenetici e furiosi, come si chiamano nel Sistema della Na tura, e che cominci a credersi un delitto di lesa umanità l'ubbidirli, come leggesi nel libro intitolato l' Asiatico Tollerante; fate che non abbiano i popoli altra idea de' loro superiori, che d'uomini scellerati meritevoli d'ogni supplizio, come li dichiara Voltaire nel suo Filosofo Militare, e che s' imbevano del sentimento di Rousseau nel Contratto Sociale, che si disubbidiscano lecitamente tosto che far si possa senza pericolo; permettete che si pubblichi in una città il celebre Manifesto di Tommaso Moncero (b), che potè in pochissimo tempo sconvolgere le idee e guastare la mente di tante migliaja di villani in Germania, o che si senta da un Presidente di un' adunanza ciò che il fanatico popolo di Parigi ascoltò da una delle sue tribune: que l'insurrection est le plus saint des devoirs; ed oltre a ciò suggerite loro, che è lecita la fornicazione, il ripudio, l'usura, come sostengo.

(a) Lib. 4. Instit. cap. 20. n. 31.

(b) Ap.Raynaldum in Annal.ad ann. 1525. num.7.8.9.10.

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no non pochi settarj; sostituite alla carità cristiana l' umanità bestiale dei moderni filosofi, la superbia degli Eretici alla cristiana umiltà, le loro crapole ai nostri digiuni; poi ditemi qual' argine sarà capace a trattenere, sicchè non inondino per ogni dove, le ribellioni le prepotenze le dissolutezze, le frodi ed ogni sorta di malvagità e disordine. Hanno un bel vantare i paesi, accattolici l'onestà del lor tratto e la morigeratezza de❜loro costumi; che io parlando in generale li crederò sempre tanto inferiori anche in questa parte ai cattolici, quanto più si scostano dalle loro massime e se in ogni luogo la moltitudine è viziosa, più assai lo dev'essere dove crede male, e dove i popoli. sono scorretti non per la fragilità umana, come ne' paesi cattolici, ma anche per sistema. Se una buona pianta radicata nelle sante massime della cattolica Religione viziata appena da straniere cagioni produce tal volta frutti non buoni, quai frutti potrà mai produrre una pianta, che esposta senz' alcun riparo ai medesimi urti ha infette le radici stesse, e non attrae dallo sterile avvelenato terreno che pestifero nudrimento d'irreligione? Ah! non può un'albero così mal situato produrre altri frutti che quei disgustosi e nocivi, che fin dal suo nascere produsse nella Germania la malaugurata riforma, e che sono stati ad uno ad uno rinfacciati da Giorgio di Sassonia (a) a Lutero nella seguente maniera: Ex tua tuorumque discipulorum doctrina omnes antiquae et reprobatae haereses innovantur, omnis Dei honestus cultus aboletur, quod sane a temporibus Sergii tam late nunquam factum. Quando plura sacrilegia, quam post productum Evangelium tuum? Quando plures rebelliones contra Superiores? Quando plures rapinae et furta? Quando maritis ademptae sunt uxores, aliisque traditae, quod nunc in tuo reponitur Evangelio? Quando plura facta sunt adulteria, quam postquam tu scripsisti? Ripete lo stesso in altri termini il P. Graveson dove accenna l' infelicità dell' Inghilterra nata dal fatale abbandono della cattolica Religione (b). Nè il solo Giorgio cugino dell' Elettore ed attaccatissimo all' antico sistema ha conosciuto e rinfacciato ai Luterani tanti disordini, nè tant' infelicità il solo piissimo Graveson agl' Inglesi. Li ha veduti e rin

(a) Epist. dat. ann. 1526. apud Gretserum in praefat. ad antidotum pro Strena Hussero-Helemaugiana pag.627.com.6.Oper. (b) Hist. tom. 7. Colloq. 3. pag. 93.

facciati ai primi anche Erasmo, nome non odioso al loro partito, il quale nella lettera a Volturio Neocomo (a) dopo aver detto, che non ha conosciuto un Luterano che sta divenuto migliore, soggiunge poi, che invece ne conosce moltissimi che hanno peggiorato: ego tibi multos ostendam qui facti sunt se ipsis deteriores. E sì gran disordine non ha potuto essere dissimulato neppure dal Luterano Giacomo Andrea Smidelino così accreditato tra loro che era chiamato da molti Papa de' Luterani . Ecco ciò che egli dice de' suoi compagni (b): Ut totus mun dus agnoscat non esse Papistas, nec bonis operibus quidquam fidere, illorum operum nullum exercent penitus; jejunii loco comessationibus et perpotationibus nocte dieque vacant; ubi pauperibus benigne facere oportebat, eos deglubunt et excoriant; precationes vertunt in juramenta, blasphemias, et divini nominis execrationes, idque tam perdite, ut Christus ne ab ipsis quidem Turcis hodie tantopere blasphemetur; demum pro humilitate regnat passim superbia, fastus, elatio, atque hoc universum vitae genus ab illis Evangelicum dicitur Institutum. E crediate pure che non è questa una verità amplificata oratoriamente, ma è la pura storia esposta con eleganza da uno di costoro, che senz'avvedersene ha somministrato a noi uno dei più forti argomenti per ismentire le loro imposture, e far conoscere a tutt' evidenza il gran danno che ha recato all' uno e all'altro Stato la loro apostasia. Molti altri ne porge il P. Ignazio Fiumi nella sua Scuola di verità (c), che io tralascio per non diffondermi oltre il dovere. Solo a provare che questo succede non nella sola Germania, ma dovunque pone piede l'ereticale perfidia, ai sentimenti del P. Graveson aggiun go quelli di Marc' Antonio de Dominis, che prima di partire dall' Inghilterra, parlando della maggior parte de' Prelati e ministri anglicani, ebbe a dire nell' indicata lettera, che adsunt profecto inter vestros Praelatos ( salva bonorum existimatione) graviores adhuc abusus, quam sint inter pontificiorum nonnullos, non minor luxus, non minores pompae, non minor avaritia, major vero eeclesiarum et animarum neglectus. Dominatus Episcoporum mundanus in ipsorum clerum efficit, ut passim Parochi britannici et ministri excipio nonnullos bonos

(a) Lib. 31. epist. 47. pag. 2054. edit. Londin. ann. 1642. (b) Concion.4.in cap.21.S.Luc. (c) Schol.Verit.Narrat.12.c.2.

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et pios unionis peramantes) sint acerrimi Puritani, quia dominatum illum oderunt. De moribus nihil dico, nihil de simoniis; mirum enim non est, quod minora beneficia vendant illi, qui sua majora emerunt. Ora che volete di più? Abbiamo rei che confessano il danno che hanno arrecato coi loro errori anche al buon costume, che esser suole al dir di M. Martineault, (a) le premier lien des sociétés, le plus ferme appui de la tranquillité publique, le plus sur garant de la prospérité des empires. E non vi basta questo per confessarvi convinto di questa incontrastabile verità che l'Eretico reca danni gravissimi anche alle civili repubbliche, e che l'eresia anche per questo capo merita d' essere annoverata tra i delitti maggiori? E notate, che accennando io i loro danni nulla vi ho detto de' castighi che nascer sogliono dalla irritata divina giustizia; e nulla dironne, perchè ho a fare con avversarj che reputano forse i castighi di Dio puerili invenzioni e favole di vecchiarelle; ma non li crederà tali chi imparò dal profeta Aggeo (b), che il solo trascurarsi da un popolo l'onore dovuto a Dio ridonda in grave danno di tutti: Propter hoc super vos prohibiti sunt coeli, ne darent rorem, et terra prohibita est ne daret germen suum: et vocavi siccitatem super terram 2 et super montes et super triticum, et super vinum, et super oleum, et quaecunque profert humus, et super homines, et super jumenta, et super omnem laborem manuum: che sarà poi dove non solo si trascura l'onore di Dio, ma si oltraggia? e dove non solo si ricusa di ascoltare i suoi divini ammaestramenti e la voce che è stata destinata da lui per dichiararli, ma si sprezza e calpesta? Io li credo inevitabili; ma quand' anche mancassero, ben lungi dal rallegrarmene, seguirò il consiglio del grande Agostino che mel divieta, e nemo, dirò anch' io con lui, gratuletur homini, qui prosperatur in vita sua, cujus peccatis deest ultor, et adest laudator. Major hic ira Domini est: irritavit enim Dominum peccator, ut ista patiatur, idest ut correctionis flagella non patiatur (c). Iddio ci guardi da sì gran flagello: ed augurando ai nostri nemici colla ristorazione della cattolica Religione la ricuperazione di giorni meno funesti ed il ristabilimento di una società più felice e tranquilla, mi dico di cuore

(a) Rapport fait à l'Assemblée Nationale par M.Martineault. (b) cap. 1. ver. 7. (c) in Psal. 7.

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Lo scioglimento del dubbio, che m' avete proposto nell' ultima

vostra, altro non può costare a me, preso in generale, che la tenue fatica di dedurre una semplice conseguenza, che nasce da quelle verità che v'ho scritte sin' ora. Voi cercate se il delitto d'eresia debba essere punito; ed io vi rispondo con tutti i migliori giuristi e filosofi, che come la ripercussione dell'eco succede naturalmente alla voce, e come nasce dalla radice la pianta, così il castigo corrisponde e nasce spontaneo da quella colpa, che lo ha preceduto: è se l'eresia è un delitto, ragion vuole che porti seco quel reato di pena che l' accompagna. L' ordine della giustizia, che viene per la colpa turbato, come insegna l' Angelico (a), dev'essere colla dovuta soddisfazione. restituito al perduto equilibrio: Actus enim peccati facit hominem reum poenae in quantum transgreditur ordinem divinae justitiae, ad quem non redit, nisi per quamdam recompensationem poenae, quae ad aequalitatem justitiae reducit: e nulla v' ha nel delitto d' ere sia, fecondo già come v' ho detto de' maggiori sconcerti, che possa renderlo immune dalla condizione degli altri. Ma è egli poi soggetto alle umane del pari che alle divine disposizioni, e può egli essere punito anche da noi? o non è piuttosto per la stessa sua gravità da riservarsi al solo giudizio di Dio? Preso in questo aspetto non va esente da ogni difficoltà il vostro dubbio, ch' io reputo per ciò ragionevolissimo, e prendo a sciogliere colla maggiore possibile brevità in questa lettera.

Che il delitto d' eresia sia punibile dalla giustizia umana per quella parte che va a sconvolgere la civile repubblica, non ammette alcun dubbio lo confessa. chiunque non ha il coraggio di bandire ogni giustizia dal mondo. E' questa una delle principali ragioni, per le quali restano esposti alla pubblica vendetta i delitti comuni; e se ogni malfattore deve temere quella spada,

(a) 1.2.quaest. 87. art. 1.& 6.

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