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AVVISO DELL' EDITORE.

L'ess

essere stato assicurato da varie parti che l'Opera presente è riuscita tanto grata e vantaggiosa ai buoni quanto infesta e disgustosa ai malvagi, ha fatto nascere in me il pensiero di farne una seconda edizione, il quale poi in progresso di tempo si è reso tanto più risoluto quanto è stato più conforme al sentimento di varj protettori ed amici, ai quali l'ho comunicato prima d' intraprenderla. Uno di questi però di non poca autorità mi ha avvertito che l' apologia riuscirebbe assai più utile e gradevole, se ricomparisse alla luce fregiata di qualche nuovo abbigliamento ed aggiunta. Io l'ho secondato anche in questo suo onestissimo desiderio, e per meglio riuscirvi mi sono rivolto all'autore, che più d'ogni altro informato dell' Opera ed in questo genere di cognizioni versatissimo poteva meglio d'ogni altro appagare l'amico. Gradì egli, tuttocchè mal contento della prima sorpresa, la mia proposta, per avere così il mezzo di ridurre l'Opera sua a quel grado di perfezione, egli desiderava, e che non potè avere nella furtiva prima edizione. Intraprese adunque la ricercata riforma con quella gentilezza e fervore, che è tutto proprio della sua buon' indole, e nel breve giro di pochi mesi la ridusse al suo compimento: e l'apologia così perfezionata ed abbellita dal proprio autore è questa appunto, cortese Lettore, che ora ti presento, e che

che

per le varie aggiunte e mutazioni fatte spero che sia per riuscire assai più interessante e vantaggiosa della prima. Invece di 28. lettere, che nella prima edizione furono divise in due volumi in ottavo, ne troverai in questa seconda 41., le quali ho creduto cosa conveniente di unire in questo solo volume: chè tante appunto sono state necessarie per supplire al bisogno. E senza ch' io stia qui ad indicare a minuto tutto ciò che è stato sparso in quasi tutte le lettere per renderle più convincenti e metodiche, accennerò soltanto alcuni argomenti più importanti delle lettere che sono state aggiunte e sono una giustificazione sodissima delle condanne, che si fanno degli Eretici formali anche dopo morte; una più diffusa risposta data alle testimonianze de' Padri, che si sogliono portare per distruggere la pratica di castigare gli Eretici: nuove prove e conferme del dritto che ha la Chiesa d'infliger pene anche temporali, senza che punto ne soffra o la spirituale sua condizione o la dignità de' Vescovi e de' sovrani; una più accurata dilucidazione sull'origine, propagazione e dicadimento del tribunale del S. Officio; ed una sufficiente difesa di que' Patentati e di que' Regolari, che hanno nel medesimo qualch' ingerenza, e che il commentatore della Bolla di Paolo III. che comincia Licet ab initio ha presi a maltrattare con tropp' indecenza ed ardire . Oltre la cura dell'edizione io dopo le nuove fatiche dell'autore non ho saputo far' altro che ritoccare l'Avviso al Lettore, ed aggiungere un' indice copiosissimo delle materie, il quale facilitando il riscontro delle più interessanti notizie, che sono comprese nell' Opera, la renderà sempre più vantaggiosa.

Spero d'aver per tal modo rimediato quanto basta a qualche mancanza e difetto, e difetto, che potesse essere scorso nella prima edizione, senza che alcuno possa più rinfacciare nè a me l'inesattezza della medesima, nè all'autore l'essersi ritrovato nel caso di fare una qualche mutazione e riforma. L'aver' io creduto necessario allora un riparo più sollecito che esatto, mi scusa abbastanza: e l'avere l'autore scritto da prima confidentemente ad un'amico nè lo rendeva allora risponsabile di maggiore accuratezza, nè lo rende ora riprensibile per le poche e non molto rimarchevoli correzioni che ha fatte e quand' anche state fossero di qualche rilievo, chi non sa che non è mai riuscito ad un'ingenuo scrittore di disdoro e demerito l'essersi trovato in dovere di meglio spiegarsi e correggersi? S. Agostino loda ugualmente chi scrive senza bisogno di correzione, e chi avendo errato corregge con docilità e modestia i suoi errori. Illius quippe scripta, dic' egli (a), summa sunt auctoritate dignissima, qui nullum verbum, non quod revocare vellet, sed quod revocare deberet, emisit. Hoc quisquis nondum est assequutus secundas habeat partes modestiae, quia primas non potuit habere sapientiae : quia non valuit omnia non poenitenda diligenter dixisse, poeniteat quae cognovit dicenda non fuisse. Poeniteat, dice S. Agostino, di ciò che non ha saputo dire colla dovuta esattezza, e dice che il suo pentimento non dev'essere defraudato della meritata lode di docilità e modestia. Alla quale per altro non sarà difficile di accop

(a) Epist. 143. al. 7. ad Marcellinum .

piare nel caso nostro anche l'altra della sapienza, se si vorrà riflettere al poco, che è occorso di dovere emendare, e al molto di più, che è stato aggiunto di erudito e pregevole. Nè sono per verità le correzioni, che hanno accresciuta la mole di quest' apòlogia, ma una più abbondante copia di argomenti e ricerche, colla quale l'autore ha procurato di rendere più vantaggiose le sue fatiche. Io te le presento, Lettore cortese, colla stessa buona intenzione, che egli ha avuta nell' intraprenderle, e ti auguro ogni bene.

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