Scritti letterari di Giacomo Leopardi, Zväzok 1Successori Le Monnier, 1899 |
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Strana lxix - Quand'oltre alle colonne, ed oltre ai liti Cui strider l'onde all'attuffar del sole Parve udir su la sera, agl'infiniti Flutti commesso, ritrovasti il raggio Del Sol caduto...
Strana lxx - Viene il vento recando il suon dell'ora Dalla torre del borgo. Era conforto Questo suon, mi rimembra, alle mie notti, Quando fanciullo, nella buia stanza, Per assidui terrori io vigilava, Sospirando il mattin.
Strana xlii - Bella virtù, qualor di te s'avvede, Come per lieto avvenimento esulta Lo spirto mio: né da sprezzar ti crede Se in topi anche sii tu nutrita e culta. Alla bellezza tua ch...
Strana 203 - Questa riflessione ci condurrebbe a pensare che lo spirito umano non percorra una linea retta di cognizioni, allungata in infinito, ma un circolo limitato, e torni necessariamente di tempo in tempo sullo stesso luogo.
Strana 263 - Nutrita faustis sub penetralibus Posset, quid Augusti paternus In pueros animus Nerones. Fortes creantur fortibus et bonis ; Est in juvencis, est in equis patrum Virtus...
Strana 85 - Orphea silvae arte materna rapidos morantem fluminum lapsus celerisque ventos, 10 blandum et auritas fidibus canoris ducere quercus. quid prius dicam solitis parentis laudibus, qui res hominum ac deorum, qui mare et terras variisque mundum 15 temperat horis?
Strana 73 - II mondo è pieno di errori, e prima cura dell'uomo deve essere quella di conoscere il vero. Una gran parte delle verità, che i filosofi hanno dovuto stabilire, sarebbe inutile se l'errore non esistesse; un'altra parte delle medesime è resa tuttora inutile per molti dagli errori che in effetto sussistono.
Strana 147 - ... silenzio, è stato sempre il più proprio a risvegliare le chimeriche idee di fantasmi e di visioni, che quasi ogni uomo ha succhiate col latte. Si tace, si è solo, si è nelle tenebre: ecco i timori panici in folla, ecco i palpiti, ecco i sudori angosciosi, l'orecchio in aria per spiare ogni remore, i sospetti, e talvolta ancora le visioni immaginarie.
Strana 89 - Luciano, che non fu un ateo, come molti credono, ma un filosofo capace di disprezzare i pregiudizi e un bello spirito voglioso di ridere a spese dei creduli suoi contemporanei, si fa beffe assai spesso delle superstiziose follie del paganesimo, e nei suoi Dialoghi introduce il sommo Giove a far la parte di un buffone, trattando gli altri Dei collo stesso rispetto.
Strana 246 - Britannus teque interiecto mundi pars altera sole.3 150 nam circumfuso consistit in acre tellus et quinque in partes toto disponitur orbe. atque duae gelido vastantur frigore semper : illic et densa tellus absconditur umbra, et nulla incepto perlabitur unda liquore, sed durata riget densam in glaciemque nivemque, quippe ubi non umquam Titan super egerit ortus.