Obrázky na stránke
PDF
ePub

autori di tragedie a quella sublimità non pervennero, perchè non potendo alzar lo stile, se non colla traslazione, se avessero questa sospinta oltre le forze della nostra lingua, in vece d' acquistar grandezza, perduto avrebbero del natu rale. Come è avvenuto a' tumidi scrittori moderni, i quali, per mancamento di tal conoscenza e di simil giudizio, hanno avuto maggior ardimento, e colla non prima udita insania del loro stile, caduti sono in quel vizio, che que' saggi seppero sì bene antivedere, e che noi abbiamo schivato nelle nostre cinque Italiane tragedie; ove ci siamo studiati, quanto è nelle déboli nostre forze, d' alzar lo stile al pari de' Greci colla moltiplicazione ed imitazione de' lor colori, senza offender la gentilezza e candore dell' Italiana favella. Ma dell' antiche e novelle tragedie sarà meglio qui tacere; avendone lungamente discorso in un trattato particolare già dato in luce, intitolato della Tragedia.

Delle Commedie.

XXI. Alla stessa norma de' Greci o Latini anche son composte molte e molte commedie Italiane, e sopra tutte quelle dell' Ariosto più che l' altre de' Plautini sali imbevute, e del Segretario Fiorentino, di Partenio Etiro, del Bibiena, del Trissino, e del Cieco d Adria; per non parlare del Cecchi, del Firenzuola, dello Stelluti, d' Ottavio d' Isa, di Gio. Batista Porta, e di altri illustri autori che hanno

all' Italica scena trasportato il greco e latino gusto, prima che il genio servile delle corti, adulando le potenze straniere, obbliasse la gloria della libertà nativa, e riducesse la nostra nazione alla servile imitazion di quelle genti, le quali ebber da noi la prima luce dell'umanità. Per lo cui vile ossequio il nostro teatro è divenuto campo di mostruosità, nel quale non han luogo altre produzioni dell' arte, se non quelle ove meno si riconosce la natura.

rali.

XXII. All'opere drammatiche

ap

Delle Egloghe, ed opere pasto- partengono anche l'egloghe pastorali, delle quali celebratissime giustamente sono quelle del Sanazzaro nella sua Arcadia intrecciate. Queste nel numero e nella locuzione serbano il candor del costume pastorale, ad esempio di Teocrito e di Virgilio. E benchè per entro sparse vi siano delle gravi sentenze, son però queste colorite in modo, che dentro 'l volgo paiono raccolte; e sotto simile semplicità la finezza è coperta di quegli affetti. Tralascio legloghe ancor belle degli altri autori le quali a queste di vivezza e proprietà di colori debbono cedere. Ma nè questi nè il Sanazzaro, che in nostra lingua le dilatò, ardirono portare le rappresentazioni pastorali fuori della linea, ove furon condotte da' Greci e Latini; i quali non le distesero oltre un semplice discorso tra' pastori e gare tra loro nel

verseggiare considerando, che tra le genti grossolane e rozze non possono verisimilmente intervenire affari di lungo trattato o di gran ravvolgimento, donde opere o comiche o tragiche naecessero. Altri però de' nostri, quasi nell' inventare più fertili di coloro che tutto il meglio inventarono, han voluto avviluppare nelle arti cittadine anche i genj pastorali, e delle azioni loro tessere ordigni da scene; il che con maggior semplicità di tutti fece il Tasso nel suo Aminta, benchè non di rado que' suoi pastori e ninfe abbian troppo dello splendido e dell' arguto. Pur questa novità d'invenzione, che fu rifiuto degli antichi, si potrebbe tollerare, se nel medesimo segno di semplicità si fusse contenuto il Guarini; il quale trasportò nelle capanne anche le corti, applicando nel suo Pastor Fido a que' personaggi le passioni e costumi delle anticamere, e le più artifiziose trame de' gabinetti; con ponere in bocca de' pastori precetti da regolare il mondo politico, e delle amorose ninfe pensieri sì ricercati, che pajono uscite dalle scuole de' presenti declamatori ed epigrammisti. Onde a que' pastori e ninfe altro che la pelliccia e' l dardo non resta di pastorale, e que' sentimenti ed espressioni, per altro sì nobili, perdono il pregio dalla sconvenevolezza del loro sito, come il cipresso dipinto in mezzo al mare. Non niego però, che 'l Guarini avendo introdotta prole di Semidei, ed

imitato il costume di quelle età, (nelle quali i pastori al governo pubblico ed al sacerdozio ascendeano) non avea da conservar la semplicità, e nè meno la rozzezza de' pastori ignobili. Che diremo per altro di quella affettata e puerile invenzione dell' Ecco troppo liberamente da lui usata, e da Antonio Ongaro nel suo Alceo favola marittima la quale per altro conserva gran parte della convenevole semplicità. Ma niuno meglio, che 'l Cortese nella Napolitana Rosa, e'l Buonarroti nella Tancia ha saputo rappresentare i caratteri contadineschi, e rendere al vivo i costumi e le passioni di simil gente nell' orditura d' un dramma.

Delle Satire. XXIII. Colla commedia, come si è detto altrove, confina la satira, la quale di quella è figlia. In questo genere, nientemeno che nell' epico e nel comico, è l' Ariosto eccellente, come più vicino ad Orazio, il quale ha saputo nelle satire più che gli altri Latini conservar la figura della commedia. Onde chi potrebbe mai abbastanza il talento e destrezza dell' Ariosto ammirare, il quale ha saputo dar moto insieme e compimento a tre simili generi di poesia? e per non uscir dal luogo nel quale siamo delle satire; quanta utilità di moral filosofia, quanta sperienza di negozj umaui, quanta copia di favoluzze piacevoli insieme, e delle nostre azioni regolatrici; quanto scherno de' vizj, e ridicola

imitazione emendatrice di quelli ha saputo per entro con tanto senno spargere e compartire? qual' altra naturalezza e venustà di stile in nostra lingua si può comparare al suo, che scorre per tutto di singolar grazia e piacevolezza? Chi non compatirebbe i nostri presenti nazionali, la maggior parte de' quali conosce sì poco i doni di questo suolo, che dal falso splendore de' moderni e degli stranieri si lasciano sì ciecamente fuori del nido delle grazie trasportare? Degli altri satirici non parlo, perchè quantunque dotti utili e graziosi, pur non sono degni d'essere messi coll' Ariosto in compagnia.

Del Berni

XXIV. Merita ben grado nella poesia Italiana distinto il Berni, satirico anch' egli ; che, se non fusse stato prevenuto dal Pulci, si potrebbe in nostra lingua chiamar di nuovo stile inventore, o pure introduttore del Plautino e del Catulliano; nel qual genere tra' nostri è tanto singolare per le grazie, scherzi, e motti s naturali e proprj, che niuno può niegargli della poesia burlesca, e di quella, che gli antichi chiamavano mimica, la monarchia; sì per esserne tra noi stato il principal pomotore, sì per esser di tanti, chel seguitarono, rimasto sempre il maggiore.

XXV. Il simile è avvenuto al FiDello Stil Fidenziano. denziano stile, il quale è come il circolo di se stesso, principio e fine; poichè gli altri, che ban tentato imitarlo, senza la profonda cog

« PredošláPokračovať »