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e pressati dal bisogno di sentire, diventano, più che gli eccessi nello studio, altrettante cagioni della follía.

(64) Per effetto dell' alterazione avvenuta nei nostri costumi è scemata l'affezione domestica: è mancato il rispetto, l'amore, l'autorità, la dipendenza reciproca. A molti infelici la religione, più non arreca speranza, nè consolazione; e la morale religiosa più non guida la ragione di molti pel difficile sentiero della virtù. Per questa ragione Esquirol soggiunge, che l'alterazione profonda dei costumi avvenuta in Francia ha prodotto più folli, che gli sconvolgimenti politici, e che alla stessa alterazione, la cui influenza è molto durevole, devesi l'aumento dei pazzi. (Oper. cit.).

(65) Il lusso, il modo di vivere dei nostri tempi, l'abuso dei piaceri, delle frivolezze, le passioni predominanti, la letteratura rappresentata dallo spirito dell' età in cui viviamo; lo stato delle popolazioni, che trovansi in un punto civile e fisicamente e moralmente ben diverso del passato, hanno disposto e preparato le malattie nervose, le quali in proporzione dell' incivilimento sono cresciute di numero, e d'intensità con avere aperta la strada alle mentali affezioni. Nel quale sentimento convenendo lo stesso scrittore francese asserisce, che il modo di vivere, le passioni, il lusso ec., moltiplicando le malattie nervose hanno prodotto un gran numero di folli (Diction. cit.).

(66) L'alterazione avvenuta nei costumi dimostra che la nostra educazione è viziosa. Si vogliono gl' infanti di età matura con fare di essi altrettanti Accademici. Accostumati a seguire tutte le loro inclinazioni, non avvezzi ad essere contraddetti, non possono, divenuti uomini, resistere alle traversie d'onde è agitata la vita. Per ciò ad ogni leggiera avversità diventano folli. Nè diversamente pensando il nostro Piantanida soggiunge, che la tenerezza ridicola e funesta dei parenti sottomette ai capricci dell'infanzia la ragione dell'età matura; che una educazione troppo compiacente è già un lievito pericoloso per la fermentazione delle idee di voluttà, di debolezza, e di intolleranza di ogni male fisico, e morale; è già un tristo principio di quella incontentabilità che dispone alla mentale

alienazione (Oper. cit.). Difatti Esquirol, riferisce diversi casi, nei quali la viziosa educazione ha determinata la follía (Diction. cit.). Forse in questi tempi, riflette Zeliotto, troppo si istruisce la mente, e poco il cuore, il quale ha bisogno di essere educato come lo spirito: e forse il soverchio sentimento è la cagione per cui prevale la pazzía (Memoriale della medicina contemporanea, 1840 Gennaro). E l'albero stesso della scienza, per cui molti uomini sono divenuti celebri, non manca in altri di produrre effetti tali da turbare le funzioni intellettuali, non altrimenti che avvenne in Bruto, Pascal, Zimmermann, Tasso ecc. i quali erano dominati da cupa melanconía e da mentali allucinazioni.

(67) Giammai le passioni hanno agito con tanta forza sugli uomini, quanto nei tempi presenti, in cui pel modo di vivere, di sentire, della suscettività individuale, della educazione, e della civilizzazione ne sentono e potentemente l'influsso e le cagioni d'onde sono prodotte. Pinel riguardava le passioni come agenti spasmodici, debilitanti, espansivi, che determinano e promovono la pazzia. Nel quale sentimento convengono fra gli Scrittori recenti Moreau, Levret, Guisland, Bouchet (Oper. cit.). Per questa ragione durante l'età virile, in cui predomina la forza delle passioni, maggiore è la follía, e maggiore il numero dei pazzi. Che se la passione contrasta coi principj di religione, di educazione e di morale, ne sorge un combattimento, una lotta, la quale continua per più, o men tempo, e finisce con produrre la follía. E quand' anche le passioni, osserva Esquirol, non siano la cagione immediata della follía, sono almeno i sintomi essenziali della medesima, e son quelle che promovendo nell' uomo la perdita della coscienza di se stesso, sviluppano le mentali affezioni (Des passions considérées rapport à l'alien. ment. Paris 1805).

(68) Scorrendo Briere de Boismont le rivoluzioni politiche avvenute nei tempi decorsi e presenti, ha dimostrato quanta influenza hanno le medesime nel produrre le mentali alienazioni (Cabinet de lecture 1831 Janvier). Le Commozioni politiche, soggiunge Esquirol, imprimendo maggiore attività in tutte le funzioni intellettuali, esaltando le tristi passioni, fo

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mentando l'ambizione, la vendetta, rovesciando la fortuna dei particolari, hanno aperta la strada ad un gran numero di follíe. Anzi sono le medesime, che agendo non come cagione predisponente, ma occasionale, imprimono il carattere della pazzia. Per questa ragione alla distruzione dell'antica monarchía in Francia molti individui divennero alienati per la perdita delle loro fortune. Quando il Sommo Pontefice percorreva la Francia, le pazzie religiose erano le più frequenti. Allorchè Napoleone creava i Principi ed i Re, molti divenivano pazzi credendosi Duchi, Sovrani, Imperatori. All'epoca della invasione straniera in Francia non pochi furono gli alienati nelle città, nelle campagne, in quanto che parecchi venivano spogliati delle loro sostanze, ed altri temevano di esserne la vittima (Oper. cit.).

(69) Nessun governo quanto il repubblicano rappresentativo mette in giuoco le passioni, e promove la pazzia. Per questa ragione il regno della libertà, il desiderio della medesima, divenne in diversi luoghi il segnale di numerose affezioni mentali. Le sventure dell' emigrazione prodotte dal cangiamento di governo, condussero negli stabilimenti dei pazzi in Europa un buon numero di individui. Sotto il regno di Napoleone la severa organizzazione della polizia spandendo per ogni dove l'inquietudine e lo spavento fece comparire una nuova forma di alienazione mentale. Nell' anno 1815 le condanne politiche produssero svariate monomaníe. Le tre giornate di Luglio dell' anno 1830, cagionarono la perdita della ragione a moltissime persone, le quali finirono per essere rinchiuse negli stabilimenti degli alienati.

(70) Diction. des sciences médic. cit.

(71) Enciclopéd. cit.

Secondo Gall, e Spurzheim il suicidio proviene da una congenita, o morbosa esaltazione dell'organo della circospezione, per cui un individuo viene spinto alla noja, al tedio della vita, al suicidio. E la sede, o l'organo consiste in una prominenza laterale, che innalza le parti superiori posteriori esterne dei parietali in guisa da offrire all'occhio, ed al tatto una superficie assai larga in questa regione (Gall sur les fonctions

du Cerveau Spurzheim sulla dottrina del Cervello, Cremona 1821). Ma se in qualche caso il concetto craniologico di Gall si è verificato, in molti altri la pratica applicazione non ha corrisposto alla dottrina, per essersi ritrovata mancante la indicata prominenza laterale. Per cui non regge il principio ammesso da Gall intorno la sede e l'organo del suicidio. Nè questa è la sola mentita, che riceve la craniologica dottrina. Poichè fra i casi recenti e clamorosi, la testa di Fieschi invece dell'organo della distruttività rappresentava sviluppato quello della bontà: nel cranio di Lacenaire mancava l'organo del rubare, ed era visibilmente sviluppato quello della beneficenza, e della teosofia: ed il cranio di Avril manifestava piuttosto che le tendenze sanguinarie, gli organi della bontà, della giustizia, e della teosofia in dimensione superiore a tutti gli altri organi. Il giovanetto Pugliesi a tutti noto pel suo straordinario talento calcolatore ha, per osservazione dell'amico e collega Grimelli, un cranio conformato come quello di tanti altri, che non hanno verun talento calcolatore, o che sono dotati di talenti ben diversi (Grimelli, Straordinario talento del calcolatore Gius. Pugliesi. Modena 1841). Da simili fatti conviene dedurre, che la craniologia è fondata sovra basi incerte; che non è possibile di fissare la localizzazione delle facoltà intellettuali, delle tendenze, delle passioni, delle virtù, dei vizj in quanto che il coltello anatomico non ne ha sinora diciferata, o resa manifesta la sede: e molto meno si può giudicare della esistenza delle tendenze, delle virtù ec. all'appoggio dei risalti e delle protuberanze esterne, le quali condizioni craniologiche conducono sovente a false deduzioni. E giova riflettere, che la storia di tutti i secoli insegna che i giudizj intorno le inclinazioni, i vizj ec. degli uomini; i calcoli di predestinazione fatti sovra di essi sono giornalmente smentiti ora dai progressi dell'età, ora da cagioni, e da molte fortuite circostanze, ed ora dall' età matura, e dalla relazione in cui ciascun individuo si trova col mondo esteriore (vedasi il citato mio discorso all'Accademia Pontaniana, e la lettera al Chiar. D. Finella). Per questa ragione scrive saggiamente un medico francese versatissimo nello studio dei cervelli sani, ed infermi. Tous les travaux de Gall, et de ses élèves sur

le cerveau ont eu pour dernier résultat la certitude desespérante de ne pouvoir jamais assigner aux différentes parties du cerveau les usages, d'ou l'on puisse tirer des connoissances applicables à l'exercice de la faculté pensante soit dans l'état de santé, soit dans l'état de maladie - (Grimelli, Oper. cit.). (72) Oper. citat.

(73) Diction. des sciences médicales, Tom. LIII.

(74) Oper. cit.

(75) Oper. cit.

(76) Oper. cit.

(77) Memorie del R. Istituto del Regno Lomb. Venet. Milano Vol. II.

(78) Nei tempi decorsi videro encefaliti epidemiche Borsieri (Instit. med. pract. Tom. V): Quarin (de med. inflam., Vindob. 1788) Gius. Frank (Oper. cit.) senza consecutivo suicidio. E nell'anno 1824, per relazione dell' amico, e collega Bellingeri, dominavano in forma epidemica le infiammazioni cerebrali in Piemonte, in qualche città della Francia e dell' Italia, (Storia dell' encefal. epidem. in Torino nell'anno 1824), alcune delle quali ebbi io stesso ad osservare nel clinico Istituto Parmense, senz' avere mostrato gli individui per essa colpiti veruna tendenza al suicidio (anno clinico-medico 182324-1824-25). Che se in alcuni casi l' encefalite cronica condusse al suicidio, ciò avvenne forse per concorso di qualche potenza morale, la quale rapidamente o lentamente perturbando le funzioni intellettuali ha determinato in ragione dell' individuale disposizione il suicidio.

(79) Oper. cit.

(80) Oper. cit.

(81) De l'hypocond. et du suicid. Paris 1822.

(82) Giornale per servire ai progressi della patologia. Venenezia 1832 Maggio.

(83) Des malad. mental. consid. sur le rapport médic. Paris

1828.

(84) Oper. cit.

(85) Un tempo il suicidio era un atto prodotto per generosi sentimenti, per obbedienza alle leggi: per influsso della

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