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Barca veruna moneta d'oro: ma considerando che quella città e regione opulentissima gareggiava con Cirene fin verso i tempi di Alessandro Magno (v. addietro p. 256), vorrei far parte ad essa de' copiosi ed elegantissimi aurei, che soglionsi attribuire tutti a Cirene, benchè non segnino il nome della città. Verso la fine di questa epoca penso che fossero impresse le monete d' oro e di argento con la testa di Ammone imberbe, che sono comuni col nome di Cirene e rare con quello di Barca (Mion. D. 61-76, 174) (1). Ciò premesso, ne giovi discorrere di alcuni tipi più insigni, e che sembrano richiedere qualche ulteriore dichiarazione, prendendo principio dal sommo Giove.

ad Alessandro Magno; poichè i celebri artefici μixpotexvoi fiorirono sotto i successori di lui (Müller l. c. cf. Boeckh C. I. T. I, p. 872 seqq.).

(21) Ve n' ha qualcuna in oro (Mion. Sup. n. 7): e gli aurei Cirenaici, del pari che que' della Grecia Europea, non sembrano anteriori al regno di Filippo II il Macedone (v. Eckhel T. II, p. 89). Gli aurei con la scritta KTPANAION, quale la diede il Mionnet (D. 32, 35, 37-39; Sup. Pl. VII, 1 ), potrebbero per ciò stesso credersi alquanto più antichi; ma la fabbrica loro, anche a parere del Mionnet, nulla ha di arcaico, e in due di essi il Pellerin (Rec. Pl. LXXXVI, 5, 6) lesse ΚΥΡΑΝΑΙΩΝ. Un carattere proprio delle monete di questa seconda epoca parmi anche quello di segnare il nome di uno o due magistrati ora intero, ora tronco, ed ora accennato in monogramma. Delle monete Cirenaiche di bronzo a questa epoca forse non appartengono che alcune poche di bella fabbrica (cf. Mion. D. 98-100): lo che non dee far meraviglia a chi consideri come anche in Atene la prima moneta di rame comparve a' giorni di Aristofane circa Olimpiade XCIII (cf. Eckhel, T. II, p. 213).

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Testa di Giove Ammone barbata con corno d' ariete. Giove Ammone stante vestito del pallio, iuatiov, che lo copre dal mezzo in giù, con Vittoria nella d. e con lo scettro nella s. appiè di esso stassi un Ariete (22). Sebbene il Tempio di Giove Ammone fosse molto distante da Cirene e da Barca, pure ambedue quelle città lo considerarono e lo venerarono come principale lor deità in riguardo alla somma celebrità dell' oracolo, per cui tutta la Libia, e segnatamente la Cirenaica, fu detta sede di Giove Ammone, Διος εν Αμμωνος θεμεθλοις, ed orto esimio di Giove, Alos εoxos xaños / Pindar. Pyth. IV, 28; IX, 90). Lo Scoliaste di Pindaro (Pyth. IV, 28 ) dice espressamente, che non ostante

(22) Questo insigne aureo, col nome del magistrato AAMONAKTOZ, a parere del Mionnet (D. n. 35) rappresenterebbe Giove Ammone colla testa radiata; ma nel disegno datone da esso lui (Sup. Pl. VII, 1) quelli che a lui parvero raggi, sembrano anzi le foglie della laurea data al Nume in altre monete di Cirene e di Barca (D. 58: Sup. Pl. VIII, 4); laddove la corona radiata non trovasi a lui data in verun' altra moneta Cirenaica. Per simile abbaglio si disse radiata la testa di Giove AXVR ne' denarii di C. Vibio Pansa, che realmente è laureata (v. il mio Saggio, El. not. 117). Nel nostro aureo lo scettro di Giove ha nella sommità un ornamento che assai somiglia alla pianta del Silfio Cirenaico. Egli con la mano destra mostra tenere anche una laurea, che fa bellissimo effetto girando attorno ai piedi della Vittoria, la quale volgesi a lui come per dimostrare che la felicità e la gloria degli Olimpionici Cirenei ripetevasi dalla protezione speciale di Giove Ammone (v. la seg. not. 31). A questo riguardo i Cirenei dovettero dedicare il Giove Ammone che vedevasi nel sacrario di Delfo (Pausan. X, 13, 3).

la grande distanza, tutta la regione Cirenaica fu sacra al Nume: πασα ἡ χώρα αφιερωται το Θεο: e Mela (De Situ Orb. I, 8) colloca il Tempio di Ammone nella Cirenaica stessa. L'ampio purpureo pallio, ἱμάτιον, πορφυρις, che maestosamente lo ricopre dal mezzo in giù, e gli si avvolge attorno al s. braccio, ne pone sott' occhio le vestimenta di Alessandro Magno allor ch' egli, volendosi mostrare qual figlio di Giove, com' era stato detto dall' oracolo, indossava appunto την του Αμμωνος πορφυρίδα, και περισχιπεις, και κερατά ( Ephippus ap. Αthen. XII, p. 537, E) (23). L' Ariete, che stassi presso Giove Ammone dal d. lato, sembra appellare all' opinione di alcuni, che dicevano derivato a Giove il nome Ammone da quello di un pastore omonimo, che diè principio alla fondazione del sacrario: απο τινος ομονυμου ΠΟΙΜΕΝΟΣ, προκαταρξαντος της του ἱερου ίδρυσεως

(23) Io propendo a credere impresso a' tempi di Alessandro quest' aureo insieme con altro portante il nome del magistrato AAM, probabilmente dello stesso AAMONAKTOΣ, di fabbrica bellissima (Mion. D. n. 19) con testa imberbe giovenile ornata di un corno d' ariete e diademata, che verisimilmente ritrae il conquistatore Macedone in sembianze di figlio di Giove Ammone. Per tale fu egli salutato dall' oracolo; nella qual circostanza i Cirenei, venutigli incontro, presentata gli avevano una corona d'oro con altri magnifici doni, fra' quali trecento cavalli da guerra e cinque esimie quadrighe; ed egli strinse con esso loro amicizia ed alleanza d'armi, σvμμaxiav (Diodor. XVII, 49). Cirene consideravasi come ristabilita da Alessandro Magno vincitore de' Persi, che un tempo la dominarono (Eustath. ad Perieg. 212): xadaipεπεισης της των Περσών βασιλειας, ύπο Αλεξανδρου ανε xtion (cf. Herodot. III, 13, 91: IV, 165).

(Eustath. ad Perieg. v. 212). Quel culto si derivava da Tebe di Egitto; e la voce copta AMONI vale appunto Pascere e Pastore (Gesenius, Thes. Ling. Hebr. p. 115) (24).

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Giove sedente in trono con lo scettro nella d. ed Aquila volante verso lui. Giove sedente in trono con Aquila nella d. e con la s. appoggiata al dorsale del trono; e dinnanzi a lui, Ara a foggia di candelabro, ovvero Foculo o Timiatere ( Pellerin, Rec. Pl. LXXXVI, 6; Melang. I, Pl. IV, 9 ). In questi ed in altri aurei io penso che sia effigiato Giove Liceo, ch' ebbe culto speciale presso i Cirenei. Erodoto IV, 203) narra come i Persiani, di ritorno dall' impresa loro contra i Barcei, passarono pacifici per mezzo della città di Cirene, e poi s' appostarono in sull' eminenza di Giove Liceo, eñi Aios Avxalov oxov. Il culto di Giove Liceo, proprio in origine dell' Arcadia (25), verisimilmente do

(24) In una moneta di Barca (Mion. Rec. Pl. LXII, 7) la testa di Giove Ammone ha i capelli raccolti in trecce, e mostra al disopra della fronte più ordini di globetti a guisa di perle. Se que' globetti non sono una reliquia del prisco stile arcaico (cf. Taylor Combe, M. Brit. Tab. XIII, 5), potrebbero indicare gli smeraldi e l'altre preziose pietre che ornavano il simulacro di Giove Ammone (Diodor. XVII, 50 ). In altre monete di Cirene e di Barca (Mion. Sup. Pl. VIII ) la chioma del Nume ha varie ciocche che si sollevano in sul vertice, e formano quasi una cresta; la quale particolarità potrebbe appellare all' acconciatura propria de' Libj, quale si è segnatamente quella de' Maci (Herodot. IV, 175), oi lopovs χειρονται.

(25) L' Arcade Licaone fondò Licosura in sul monte Liceo, e v' istituì l' agone di Giove da esso lui denominato Liceo.

vett' essere portato a Cirene da Aristeo figliuolo della ninfa Cirene, che in Arcadia late regnavit (Iustin. hist. XIII, 7), ovvero dal savio Arcade Demonatte allor ch' egli, per responso dell' oracolo di Delfo, vi ricompose le cose (Herodot. IV, 161), oppure dagli altri due Arcadi filosofi Ecdemo e Demofane, che chiamati da' Cirenei egregiamente ressero e difesero la loro repubblica ( Polyb. X, 25, al. 22). L' Aquila posta in sulla d. di Giove sedente, oppure volante verso lui, confronta col tipo delle vetuste monete degli Arcadi, nelle quali ricorre Iuppiter sedens d. extenta, e qua evolat

Sopra quel monte era il sacrario di Giove Liceo, tεuevos Avxaιov Aios, a niuno accessibile, ed un acervo di terra detto Διος του Λυκαίου βωμος, dinnanzi al quale vedevansi due colonne sormontate da Aquile dorate, lavoro dell' arte prisca (Pausan. VIII, 2, 1; 38, 5). La particolarità del sacrario di Giove Liceo posto in una eminenza, oxdos, vie più chiaro ne dimostra, ch'esso costituito fosse ad imitazione di quello del monte Liceo dell' Arcadia. Gli Arcadi, quasi in ricambio, forse fino da' tempi di Demonatte, ricevettero il culto di Giove Ammone; poichè ad essi, anzi che ad Arcadia di Creta, sembra spettare la moneta d'argento con la testa di Ammone nel diritto, e con la scritta APKAAON nel riverso avente per tipo Pallade stante e respiciente, con asta nella d. e scudo nella s. posato a terra (Mion. Suppl. T. IV, Pl. VII, 1: cf. Eckhel T. II, p. 304). Giove Ammone, a foggia d' erma, vedevasi in Megalopoli presso la curia del Consiglio dei Dieci-mila degli Arcadi, Μυριοι Αρκαδον (Pausan. VIII, 32, 1): e quel Consiglio, ad insinuazione di Licomede Arcade, nell' Olimpiade CIV, fece alleanza con gli Ateniesi (Xenoph. Hellenic. VII, 4, 2), alla quale potrebbe accennare Pallade respiciente.

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