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quoniam publicani, qui pascua conducunt, maius ita lucrum sentientes, depopulantur PECORVM pаbulo. Nel resto, che anche ab antico le pecore formassero uno de' precipui proventi di quelle felici contrade, ne dà prova evidente il celebre Vaso detto d' Arcesilao dal nome del re o del magistrato che vi si vede dipinto in atto di presedere al pesamento delle lane della Libia, che s'imbarcano pel trasporto (v. la prec. nota 33).

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Nel tipo singolare del riverso di questa rara moneta l'Eckhel ed altri ravvisarono un indizio del ponte Fabricio, che univa con la città l'isola Tiberina sacra ad Esculapio, il cui Serpe fosse ritratto nel diritto della moneta stessa. Ma il ch. Borghesi avverte come il tipo del Serpe ricorre identico in monete d'altri Presidi della Cirenaica; ed io ne ho indicata qui sopra la ragione (v. p. 320, 325); e d'altra parte la moneta ha tutti gl' indizj di conio non fatto in Roma, ma sibbene in qualche Provincia. Osservando poi, che la Tabella securiclata, o sia subscus, fornita cioè di due anse a

coda di rondine, suole ne' monumenti Romani accennare a Programmi o ad altre Iscrizioni affisse o sospese (cf. Avellino, Opusc. T. II, p. 225: et Arcus Titi, ap. Morelli Imp. Tab. ult.), venni in sospetto che sia posta nella nostra moneta per indicare l'Editto o Programma Provinciale (63) del Preside L. Fabricio, il quale si piacesse di cotal tipo singolare fors' anche per essere stato il primo Proconsole che governasse la Provincia della Libia Cirenaica dopo la nuova costituzione fatta da Augusto. Il ch. Borghesi, al quale proposi questa mia congettura, mi rispose quanto segue. « In quella mia lettera non le parlai se non che incidentemente della medaglia di L. Fabricio. Esaminando meglio il gesso avutone

(63) Che gli Editti e Programmi si scrivessero d' ordinario sopra Tabelle da affiggersi o sospendersi in luogo pubblico e cospicuo, è cosa indubitata (cf. Heineccii Hist. Edict. I, 2, 4): e basti pure qui ricordare quelle parole di Ausonio (Gratiar. act. ad Gratian. n. 50): in omnibus pilis et porticibus, unde de plano legi possint, INSTAR EDICTI PENDERE mandavero. D'ordinario l' esemplare principale dell' Editto scrivevasi nell' Album; e questo, checchè ne dica con altri l' Heineccio (Hist. Edict. 1, 2, 6), era per consueto una Tabella da sospendere o da affiggere, come chiaramente apparisce da quelle parole di Paolo (l. 1, tit. 13 A, §. 3 Sentent.): Is, qui ALBVM тaserit, corruperit, svSTVLERIT, mutaverit, quidve aliud PROPOSITVM EDICENDI CAVSSa turbaverit, extra ordinem punietur. La voce sustulerit suppone che l' Album fosse amovibile; e ciò stesso vie più chiaramente ne viene indicato dal luogo analogo del Digesto (L. 7, §. 5, D. de Iurisd.): Hoc vero Edicto tenetur et qui TOLLIT (ALBVM), quamvis non corruperit, e dalla parafrasi Greca di Teofilo (Instit. libr. IV, tit. VI, §. 12), che ha διέρρηξεν ητοι αφηρπασεν.

dal Museo di Parigi, parmi che non sia quella, da cui il Morelli dedusse il suo disegno. Ella è del modulo n. 6 della scala del Mionnet. Le confermo che l'iscrizione non è nè PATERNVS come lesse il Vaillant, nè PATERCVLVS come da certe mie schede apprendo aver creduto il Sestini di ricavare da un' altra del Museo Wiczai. PATEL è certo, non così certo il secondo L, perchè il metallo vien sempre decrescendo, onde comincia a mancare il piede delle lettere. Succede un altro carattere astato, poi l'avanzo sempre più confuso di un altro; da tutto il che mi sembra che non si possa leggere diversamente da PATELLINus. Nel lato opposto difetta l'impressione della parte destra, onde non m' apparisce se non che L FABRIC. Viceversa dalla parte sinistra vedesi l'ansa della tabella, ch' è evidentemente a coda di rondine, com' Ella si aspettava. Sottoscrivo alla di lei opinione, che la Tabella rappresenti l' Editto, il quale dai Proconsoli, non diversamente che dai Pretori in Roma, si propose nelle proprie Provincie fino alla pubblicazione dell' Editto perpetuo sotto Adriano, come ha pensato l' Heineccio (Hist. Iuris, S. CCLXXV) ».

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I due oggetti sottoposti alla Tabella (64), sembrano indicare il modo e il sito della collocazione di essa

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(64) Osservando la particolarità delle lettere PR sproporzionatamente grandi a confronto dell' altre L FABRICI, sospettai ch' esse siano tali per indicare che non si legano con l' altre (v. il mio Saggio, Elenc. not. 100), e che sovrastando

in qualche parte del Tribunale del Proconsole (cf. Heineccii Hist. Edict. I, 6, 17). Que' due sostegni, o stipiti che dir si debbano, riescono assai bassi in ragione della grandezza della Tabella, probabilmente per indicare ch' essa è legalmente collocata PALAM VNDE DE PLANO RECTE LEGI POSSIT (Heinecc. l. c. I, 2, 1 ).

alla Tabella dell' Editto o Programma, siano da spiegarsi appunto in significato di PRogramma, PRoscriptio: tanto più che il cognome PATELL, che naturalmente dee leggersi di seguito a L·FABRICI, è posto nell' altra faccia della moneta; sì che leggendo PR in senso di PRoconsul bisognerebbe voltare e rivoltare la moneta. Pure dubito di questa congettura tra perchè ne' denarii di P. Furio Crassipede le lettere P· FOVRIVS scritte nella Sella curule sono assai più piccole delle rimanenti, e perchè nelle monete d'altri Presidi della Cirenaica le sigle stesse PR non possono spiegarsi se non che in senso di PRoconsul.

Dopo l'osservazione fatta nella precedente nota 6, leggendo l'esimia opera de' Monumenti inediti del Sig. Raoul Rochette, trovo che a quel dottissimo Archeologo Francese non isfuggì il riscontro del passo di Filostrato con la pittura di un vaso antico, ove Aiace d' Oileo imbraccia lo Scudo distinto dall' insegna di un Serpe, come nelle monete degli Opunzj (R. Rochette Mon. ined. p. 322, Pl. LX).

C. CAVEDONI.

LETTERE INEDITE

(V. il tomo antecedente, a facc. 49)

DI FULVIO TESTI

ALCUNE IN NOME DEL SUO PRINCIPE, ALTRE IN NOME PROPRIO.

AD OTTAVIO BOLOGNESI

RESIDENTE ESTENSE A VIENNA

* XIII. (1)

FRANCESCO, ECC.

Dalla qui congiunta che uostro figlio scriue

al Cons. Augustoni uedrete quello che passa nella causa del Principe di Correggio, e gl' intoppi; e quanto più certo è il precipizio di questo Sig. tanto più deue essere accurata la uostra diligenza in cooperare al nostro seruigio. Conoscerete le speranze del Duca di Guastalla, e siccome si deue credere che habbiano qualche fondamento, così non si uogliono trascurare da uoi quelle contramine che ui parranno più opportune. V' habbiamo, se la memoria mal non ci serue, per altre nostre diffusamente posti in considerazione que' motivi che si possono suggerire ad Interprete per fargli toccar con mano che il nostro merito è di gran

(1) Manteniamo il numero progressivo, perchè tutte o quasi tutte hanno, come le precedenti, relazione all' affar di Correggio.

T. XVI.

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