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perocchè gli spartimenti di questi essendo fondati più nella material costruzione che nel logico valore, servono ad aggravar la memoria senza chiarir lo intelletto, e spesso falsando il valore della sentenza: mentre le spartizioni che, certo a lungo e durissimo studio, ho cercato derivare dalla natura intrinseca del linguaggio considerato nella verità sua astratta e concreta, pascono (se la passione non faccia velo a' miei giudizj) di bella luce lo intelletto, coadjuvando la memoria; e somministrano regola sicura tanto per incarnar colla parola le proprie idee, quanto per bene interpretare quelle de' classici scrittori.

Ad altri potrebbe inoltre sembrare che tutto questo sistema grammaticale si fondasse in troppo sottili principj e ragionamenti, per avventura non adatti agl' intelletti degli adolescenti. Ed a chi ciò opponesse converrebbe prima il chiedere : queste teoriche sono esse fondate nella verità? Giacchè se nell' incertezza o nell'errore, non meriterebber la pena che in lor si notasse altro difetto. Ma se nella verità, s'avrebbe forse ad abbandonare la difficile verità per abbracciare una facile falsità? Sebbene come potrebbe mai la verità, che di per sè splende della luce più vivida, apparir più difficile dell' errore, il quale ad un sano intelletto non può che tornare inintelligibile? E la difficoltà esser potrebbe che derivasse tutta da difetto di chi la espose; ed in allora quello che alle deboli mie forze, sebben con indicibil fatica adoperate in questo lavoro, non fosse stato concesso d'aggiugnere secondo i desiderj, altri valer potrebbe anche di leggeri a conseguirlo. Vorrei tuttavia sperare che la difficoltà in questa trattazione si restringesse alle parti, a cui era indispensabile mio ufficio di arrestarmi, voglio dire la distruzione de' vecchi sistemi, lo scoprimento delle verità recondite, e la dimostrazione delle verità medesime. Queste tre parti però spettano esclusivamente alla scienza grammaticale ma l'arte non ha che a prendere in prestito dalla scienza le ultime sue conchiusioni; e sopra a queste, come a saldi ed immutabili principj, fondare le pratiche regole. Così le scienze matematiche, se permesso torna il paragone, pei sentieri più ardui e sublimi s'innalzano alla sco

perta ed al dimostramento di que' teoremi, che poi si convertono in regole piane e sicure per le arti dell' Agrimensura, della Meccanica, della Prospettiva, dell' Architettura. Per simil modo adunque parrebbemi che agevole agl' intelletti pur de' fanciulli avesse a riuscire la strada dell'arte grammaticale fondata in questi filosofici principj; e conferma di conforto me n'offrono, oltre ai risultamenti speciali mirabilmente ottenuti da chi ha voluto farne la prova nel suo ammaestramento sopra un'età la più tenera, nescientissime giovinette sorde-mute, le quali (come può esserne testimonio chiunque di sua presenza onori i loro saggi) riescono per questo metodo a discernere ed usare con proprietà i diversi valori delle rapportanti, mentre secondo i metodi antichi il poternele rendere capaci tornava impresa quasi disperata per me e per altri miei valorosi amici. E se di ciò s' avesse pure a rifonderne la cagione nell' insufficienza de' precettori, pronte poi ne sarebbero le testimonianze sopra riferite di due illustri grammatici, il Biagioli ed il Barberi, che notano la quasi impossibilità negli stranieri d' afferrare con sicurezza il senso delle preposizioni italiane, stando alle comuni dichiarazioni. Senza che, in tutti qualisivoglia presupposti, tornerebbe sempre vero che i giovani formati alla grammatica per analitici principj, apparato avrebbero nel tempo istesso con doppio guadagno la vera analisi delle idee. E vorrei pure mi fosse lecito osservare che, sotto un rispetto, noi formati al vecchio sistema grammaticale, cui d'accordo i meglio veggenti riconoscono fondato nell' arbitrario e nel falso, dovremmo pur sempre, per apprendere una nuova teorica, che al vero si appoggiasse, incontrare una difficoltà doppia di quella, che ostasse ad incolti e vergini intelletti. Perocchè in questi solo ostacolo sarebbe la ignoranza: ma in noi l' ignoranza e l'errore. E tanto i saggi discernitori delle facoltà della mente, quanto gli eruditi conoscitori delle letterarie istorie, posson render ragione della difficoltà che anche i più nobili ingegni hanno sempre trovata da superare per dispogliarsi de' falsi pregiudizj appresi nelle scuole, e per conformare le loro idee. ad un nuovo sistema di verità; sebbene questo sistema medesimo

semplicissimo si mostrasse alle menti non addottrinate. Io tocco queste riflessioni a volo, e senza pompa di rettorica amplificazione, perchè intendendo parlare a voi ed a saggi pari vostri, torna la sentenza, che a buon intenditor poche parole.

Modena 15 Agosto 1843.

PARERE

DEL CAVALIERE ANGELO PEZZANA

INTORNO ALLE LETTERE LOGICHE

SOPRA LA GRAMMATICA ITALIANA

AL CONTE MARIO VALDRIGHI

Mio buon Padrone ed Amico

Ho tardato sin qui a darle conto delle sapientissime Let

tere logiche sopra la grammatica italiana, perchè, oltre le gravi cure, una pur grave infreddatura mi ha tenuto i giorni passati, la quale, sebbene non al tutto accomiatata, mi dà oggi licenza di scriverle.

Io le ho lette con piacer grande, perchè il titolo non ismentisce la trattazione del soggetto, e perchè le ho trovate degne del valoroso a cui sono intitolate.

Sarebbe un apporre al Sole il muover censura contro la prima.

Molto acutamente e filosoficamente dichiara le sue idee l'autore nella seconda; ma quel surrogare alle denominazioni vecchie le parole reggente, causante, ricevente, e va dicendo, temo che non sia per trovar grazia appo molti in un secolo che corre dietro a tutte novità fuor quelle di questa specie, le quali richieggono profonda attenzione e retto giudizio, qualità che a' dì nostri si trovano rarissimamente nella parte sopportabile de' Maestri, non mai in tutto il resto....

Non so se si possa più robustamente ragionare di cose grammaticali di quello che ha fatto il Ch. Prof. Fabriani nella terza. Gran potenza e sottigliezza di raziocinio vi trovo

per entro, e tali da mandarne disperato qualunque lettore volgare. E s' egli è pervenuto, o sta per pervenire ad inserir nelle menti di quegli sventurati pei quali è dettata idee tanto più esatte delle comuni intorno le parti dell' Orazione a cui essa sguarda, io dico ch' egli ha superato, od è per superare quanti insegnatori furono sin qui.

La quarta sopra gli Articoli, ecc. è scritta con tale chiarezza ed evidenza che non so se si possa desiderare di più, e mi par che la vinca sopra tutti gli scrittori precedenti.

In somma Ella si congratuli per me all' egregio Autore; ma in particolar modo; ed il conforti al continuare in sì importante lavoro, il quale oltre la bontà sua intrinseca è fatto magnifico, nobilissimo pel generoso scopo dell' istruzione della parte più infelice dell' umana razza.

D. S. Bella, tre volte bella l'emenda fatta al Bembo (intorno il genitivo dipendente) a f. 34.

Parma 16 novembre 1839.

Con altro soavissimo manicaretto filosofico-grammaticale del Ch. Prof. Fabriani Ella è venuta a stuzzicarmi l'appetito che la molesta caldura de' presenti giorni m' ha quasi fatto perdere al tutto. Ringrazio l' egregio donatore; ringrazio il caro mediatore di tanto saporito dono, e sono dolente che la folla delle faccende mi sia impedimento al ragionare a lungo di così bello e difficile lavoro.

Non sarà cosa sgradita al Ch. Prof. il sapere che questa D. Biblioteca ha tre edizioni, fra le 48 o 50 che possiede delle rime del Petrarca, le quali fanno triplice puntello al suo QUEI che infinita provvidenza ed arte. La prima è la rarissima Giuntina del 1522. Fiorenza. La seconda è quella del Bindoni. Venezia 1543. La terza la Fiorentina all'insegna d'Apollo 1748. Tutte l' altre (compreso quelle del Secolo XV.) ed i Mss. che abbiamo leggono Quel ecc.

D. S. Alle tre predette Edizioni del Petrarca che hanno il Quei a vece del Quel è da aggiugnersi la Enrico-Petrina

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