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inevitabile per un forestiero. Quello che più mi ha travagliato, sono i lunghi viaggi a cavallo, che mi trovo costretto di fare. Immaginatevi lo stato Arkansas (chiamato così dal fiume magnifico che lo bagna), grande press' a poco come la Francia, con due soli Sacerdoti Cattolici, io ed un degno soggetto francese, presso il quale sono in questo momento. A me è assegnata la parte inferiore dello stato, ed a lui la superiore. Io ho il mio domicilio in un piccolo villaggio, chiamato Post, perchè gli Spagnuoli, quando erano padroni del paese, vi aveano stabilito un posto militare per tenere in dovere i Selvaggi. La mia congregazione e la mia giurisdizione si estende per circa 400 miglia, la maggior parte verso il Missisipi, nel qual fiume sbocca l'Arkansas. Il mio confratello risiede nella capitale, chiamata Little-Rock in inglese, Rocher in francese, e Piccolo scoglio in italiano. Montando 500 miglia più alto, vi sono le tribù selvagge, cioè gl' Indiani, tutți appartenenti ancora agli Stati-uniti e alla diocesi di S. Luigi. Questi Indiani sono tenuti in soggezione da due fortezze fabbricate sul fiume Arkansas, alla sua origine, cioè nelle montagne inaccessibili dell'Oregon. Figuratevi dunque che immenso campo di fatiche si presenta a' poveri Missionarj, e particolarmente a noi due. Queste fatiche si rendono ancora più sensibili per le privazioni alle quali necessariamente siamo esposti. Mi è di già bene spesso avvenuto di non mangiare niente tutto il giorno, ed alla sera arrivato in una miserabile capanna di legno, non trovare altro che lardo e pane di mais, una specie di frumentone. Monsignor Vescovo coadjutore si trova in condizione sì ristretta pe' debiti rimasti a lui da soddisfare, che non può dare verun ajuto a' suoi Sacerdoti. Come fate dunque a vivere? mi dimanderete. Nel posto, ove sono, si trova una piccola casa di Suore, chiamate di Loreto. Queste mi danno il vitto, e pensano alla bianchería. Nella chiesuola si fa la questua, e col prodotto ben tenue di questa, si provvede al culto ed alle necessità del Sacerdote. Non è bisogno dirvi che la chiesa è tutta di legno. La mia abitazione è una capanna, che in estate è molto ariosa per le grandi fessure che vi sono, ma altrettanto incomoda adesso pel freddo

ben sensibile che abbiamo. La più gran parte de' miei figli spirituali sono creoli o discendenti francesi. Quindi la predica ed il catechismo lo faccio sempre in francese. La lingua inglese comincia ad entrare nella mia memoria, e già confesso le Suore, che sono americane. E la mia lingua tedesca ? Questa la dimenticherei affatto, se per le instanze del Sacerdote mio confratello non venissi ogni tre mesi alla capitale per predicare, e confessare i molti Tedeschi, i quali si trovano in essa città. Dal detto, che non è tutto, penserete se abbiamo a faticare e a soffrire, particolarmente dalla parte degli Europei, che in generale sono la schiuma della loro patria, e col loro esempio fanno un male immenso alla Religione. Del resto fra le nostre pene il buon Signore non lascia di darci dei momenti di ben grande consolazione. Per esempio, ne' viaggi che fate, voi avete sempre un qualche bambino da battezzare, o vi avviene di poter dare a qualche moribondo gli ultimi conforti della Religione. Noi abbiamo a questo fine una piccola scatola, dorata interiormente, ed in questa l'adorato Signore si lascia portare alla capanna del povero per essergli di viatico nel gran viaggio dell'eternità. Il giorno 8 di settembre, dedicato alla Natività di Maria Vergine Santissima, fui di ritorno da una casa, venti miglia distante dal mio domicilio, ove io aveva assistito un giovine di diciannove a vent' anni. Se aveste veduto con qual gioja, con qual contentezza accolse il Sacerdote del Dio vivente! Vi assicuro che in simili incontri si dimentica ogni patimento e privazione. Fra queste, una delle più sensibili era, nello scorso estate la mancanza ď' acqua ne' pozzi. Il fiume era sì basso, che quasi tutti erano secchi. Eravamo quindi obbligati a bere l'acqua calda e fangosa del medesimo fiume. Io per lo più preferiva di bere a pranzo ed a cena del latte, che non manca mai. Al vino non si può nè anche pensare; non perchè non ce ne sia, ma perchè il farlo venire dalla Nuova Orleans costa troppo per noi. In estate, quantunque da tutte le parti in mezzo al bestiame, non avete mai carne fresca, perchè il caldo è sì grande, che bisognerebbe mangiare il bue in un giorno. A quella stagione dovevamo cibarci di carne di majale salata. Per altro,

a quelli che sono cacciatori, ed hanno il tempo, non manca di che provvedersi, è presto: cervi, conigli, fagiani, pernici, anitre salvatiche sono in tale e tanta abbondanza che, per mediocre cacciatore che siate, dovete venire a casa carico di bottino. Particolarmente i cervi e le pernici sono sì copiosi, che molte volte mi sono desiderato d'aver qui li cacciatori di Modena per farne strage. Le pernici si moltiplicano all' infinito, perchè nessuno le cura. Sono i quadrupedi che fanno più gola, e per la carne e per la pelle. Nel mio primo viaggio a cavallo, mangiai in una casa americana della carne d'orso, che era eccellente, e che giustifica la passione degli Americani per questa qualità di cibo. Qui nell'Arkansas sono molto comuni, e se ne fa gran caccia per vendere le pelli, per mangiare la carne, e per fare dello strutto colle parti crasse dell' animale. L'orso, il lupo e la piccola tigre fanno gran male agli animali domestici, come ai porci ed alle pecore.

Questo paese è al 32 grado di latitudine settentrionale. Il terreno in generale è molto fecondo, e costa solo uno scudo e mezzo la biolca. La legna, come v'immaginerete, non costa niente altro che la fatica di raccoglierla. Quando si fa un nuovo stabilimento, il proprietario comincia a bruciare gli alberi in piedi, per disfarsene più presto. La metà del paese coltiva il cotone che rende molta entrata. Più in alto, dove comincia a far molto freddo, si coltiva il frumento, il mais ecc. Non ho mai veduto una tale abbondanza per la pescagione come in questi luoghi. Anche il fiume e i molti stagni danno il loro tributo in pesci d'ogni qualità, ma nessuno se ne cura. In genere, il vitto è a buon mercato, ma il resto estrema

mente caro.

L'Arkansas è uno Stato nuovo, che cominciò con debiti, e che fu rovinato per le tante banche le quali fallirono. La popolazione è piccolissima in proporzione dell'immensa estensione, non contandosi che centomila anime, la maggior parte delle quali aderisce alla setta dei Metodisti. Ci sono molti Negri, e qui è dove la moralità sopratutto fa naufragio. Lo stato si va sempre più popolando, ma i forestieri preferiscono l'alto, cioè nelle vicinanze dei Selvaggi da una parte, e dall'

T. XVI.

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altra l'irrequieto paese del Texas, formicolante ora di tutti i masnadieri d' Europa e d' America. Anche qui li delitti sono molto frequenti, e per lo più impuniti, se si tratta d'Americani. Qui ben si tocca con mano che cosa voglia dire una legislazione impotente con un popolo intollerante di ogni giogo. Perlochè fallimenti dolosi, furti, assassinj sono, come suolsi dire, all'ordine del giorno. La febbre gialla ha fatto, quest' estate, strage alla Nuova Orleans; ora col freddo sopragiunto è totalmente cessata. Finchè non sarà venuto il nuovo Vescovo nel paese, non so se mi rimanga, o se mi porterò un'altra volta a S. Luigi, distante da questo seicento miglia. Intanto ecc.

Il Vostro Affmo
D. GIUSEPPE MELCHER.

IL TRIONFO DI MARIA VERGINE

Ordinamento sovrano di Carlo Alberto Re di Sardegna e monumento grandioso del ch. cav. prof. Cincinnato Baruzzi CENNO DELL' AB. CAMMILLO AZZARONI (*)

La magnificenza di un Sovrano splende in modo veramente

mirabile nei monumenti della Religione. Per tal via nell'amore e nelle benedizioni delle genti si eterna il suo nome. Si eternano pure perchè strette con quelle dell' altare le fondamenta del suo Trono. Dai monumenti che ne sono un testimonio non perituro i Popoli desumendo la religione del loro Monarca, per lui sentono tutta la forza di quella cieca fedeltà che sanno dovergli, e sacrano generosi alla sua difesa i loro cuori, le loro braccia, i loro petti. La posterità che libera e sola vuol giudicare del passato e dei trapassati, additando ai contemporanei che quel Tempio, che quella mole, che quell'opera surse a vita per la pietà, per la generosità di un Grande che più non è, viene così celebrando la sua rinomanza, e a far aperto che a lui solo va la Patria debitrice di tanto splendore, e di tanto ornamento.

O augusta e avventurosa Turino! Mi gode l'animo perchè il secolo decimo nono abbia a segnare nella tua storia un sì glorioso avvenimento. Il tuo Carlo Alberto, anima veramente magnanima, generosa, sovrana, non solo ti fa grande per ogni maniera di felice reggimento, ma colla larga profusione ancora della sua religiosa pietà. Dirai tu dunque a' tuoi figli che Egli si addentro sentiva la religione che seppe concepirne il più glorioso concetto. Il nome di Nostra Donna, che di sè riempie tutto quanto il creato, nel suo gran cuore suonò sì possente, sì glorioso, sì trionfante, che spirante splendore di sovrumana maestà le vuole sacro sì magnifico un colossale monumento, che tutti appunto faccia manifesti i trionfi, le

(*) Secondando le premure di onorevoli persone, riproduciam questo cenno a notizia di un lavoro che debbe altamente eccitare l'interesse osì de' zelatori della Religione come degli amatori dell'arte.

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