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Quanti vantaggi abbiano simili benefiche provvidenze arrecato alla pubblica salute, risulta chiaramente dalle diverse statistiche in proposito pubblicate. Le quali per essere una fedele pittura delle malattie fisiche, intellettuali, delle cagioni mortifere, dei soccorsi terapeutici impiegati, e degli esiti in qualunque modo conseguiti meritano tutta la nostra attenzione. Da simile lavoro, che appartiene pure al nostro secolo, ed intorno al quale sonosi a preferenza distinti due nostri amici e colleghi il Cav. Tommasini, ed il Dott. Ferrario, il primo nel mostrare la necessità della statistica medica (5); il secondo nel tesserne la storia, la importanza, e farne ragionata applicazione alle diverse malattie (6), emana una seconda sorgente di filosofiche considerazioni, onde camminare con passo pronto, e sicuro nella difficile arte del guarire. Anzi si può con fondamento asserire essere la statistica l'unico mezzo per fissare massime utili alla patologia ed alla pratica, per favorire il progresso della scienza, e per giovare alla inferma umanità.

In mezzo però a tanti lumi somministrati dalla medicina civile cotanto in questi tempi studiata, e dai saggi Regnanti apprezzata, per cui vediamo scemate di numero e di forza le malattie epidemiche e le endemiche; e meno gravi le sporadiche e le accidentali: forza è di confessare, che quelle della mente sono divenute più frequenti, e più numerose in questi tempi che nei decorsi. Richiamando per un istante le statistiche pubblicate dai medici e dai direttori dei diversi manicomj di Germania, di Francia, d'Inghilterra, d'Italia, e fattone il debito

paralello con quelle dei tempi andati avremo ben d'onde rimanere persuasi, che il numero degli alienati si è dovunque di anno in anno accresciuto (7). Nè giova il dire, che per l'aumento della popolazione in ogni luogo avvenuta; per la concentrazione dei folli dapprima dispersi o rinchiusi; per l'erezione di nuovi stabilimenti, e pei miglioramenti introdotti nei medesimi comparisca aumentato, senz' esserlo realmente, il numero dei pazzi. Poichè nella statistica recentemente pubblicata da Briere de Boismont relativa ai pazzi delle principali Capitali di Europa scorgesi calcolata la proporzione degli uni colla popolazione degli altri (8). Per cui sarebbe pressochè irragionevole il dubitare sul numero d'anno in anno crescente degli alienati (9).

Ma la maraviglia cresce non poco nel riflettere, come il suicidio, quale deplorabile conseguenza o funesto eccesso della pazzia, sia divenuto in questi tempi oltremodo frequente (10). Tal genere di morte non è più, secondo Tommaseo, il tristo retaggio di una setta di filosofi (11), ma bensì un privilegio del nostro secolo; anzi una malattía delle sorgenti generazioni; la storia dei nostri giorni (12): e secondo Cazanvielh una piaga approfondita del moderno incivilimento (13). Il suo progresso, soggiunge Dupin, non è più un mistero pel nostro secolo, in quanto che si moltiplica in un modo rapido, sorprendente con gioire di una spaventevole popolarità, e con penetrare persino in quelle località, nelle quali era da prima sconosciuto. Nè percuote soltanto una classe, ma percorre in tutte, troncando gli esseri più umili, come i più elevati. Anzi

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collocando per ogni dove la sua sanguinolenta tragedia sia sotto il tetto del povero, sia nel palazzo del ricco, quivi toglie gli ultimi giorni di un vecchio, colà distrugge una virile esistenza, altrove estingue un essere nel fiore della gioventù, senza che la riflessione, il freddo dell' età, o l'esperienza arrechino verun ostacolo, od incatenino la mano del suicida (14). Abbondano i foglj periodici di tristi esempj di individui datisi a volontaria morte: ed i giornali delle mediche scienze, gli Annali di statistica chiaramente dimostrano come nel secolo presente il suicidio sia per imitazione, sia per altre particolari cagioni abbia in alcuni luoghi dominato persino in forma epidemica (15); e come in questi ultimi anni il numero de' suicidi siasi considerevolmente aumentato con terribile detrimento della società (16). In Francia, nel Brabante, negli Stati Imperiali Austriaci, nella Sassonia, nella Prussia a preferenza ancora delle altre contrade di Germania, nella Danimarca, nelle Isole Britanniche cresce a dismisura questo genere di morte (17). Nè da simile specie di contagio va esente la nostra bella penisola, sebbene meno frequenti, e meno numerosi che negli altri luoghi ne siano gli esempj (18). Per cui se l'animo nostro è commosso alla vista di un individuo, il quale per avere perdute le facoltà intellettuali, trovasi ridotto pressochè alla condizione di un bruto, di un vegetabile, quale raccapriccio, e compassione sentire non dobbiamo per un essere vivente, il quale tutt' ad un tratto si toglie da se stesso la vita della quale non è padrone, ed alla cui conservazione viene indotto dalla natura, e dalle

leggi umane e divine! E quale triste spettacolo per l'uomo sensibile, per l'uomo di stato, per l'amico dell'umanità, il quale vede e sente moltiplicarsi il suicidio a segno di essere divenuto questo genere di morte l'istoria dei nostri giorni! Per la qual cosa è mio intendimento di sottoporre in oggi al vostro sapere questi cenni tendenti a dimostrare le cagioni, le quali cotanto contribuiscono all'odierno aumento dei pazzi e dei suicidi, per indi possibilmente presentare i mezzi più opportuni, onde impedire o scemare le medesime ad unico scopo di preservare la società da si grave disordine.

Ritenuto pertanto il numero sempre crescente degli alienati, e de' suicidi, chi mai se non la medicina civile può indicare i necessarj soccorsi, onde prevenire cotanto disordine? In oggi questa scienza mediante i suoi progressi vede più da vicino la corrispondenza della vita umana cogli agenti morali, ond' è circondata: in oggi si è innalzata ad un sapere più vasto e filosofico, per cui esplora per un lato la vita organica degli uomini, e per l'altro misura l'azione delle potenze morali sul loro intelletto con mantenere in tal modo una mutua vicendevole armonía fra la prosperità fisica, ed intellettuale dei medesimi, non altrimenti che veneranda Vestale conservatrice del sacro fuoco della vita al mondo delle Nazioni. Guidati i medici da simili principj, ed instrutti nella scienza dell'uomo, la quale non è che la medicina e la morale insieme unite, sono li unici, i quali trovinsi in grado di proporre i mezzi più opportuni, onde prevenire, o rendere minore il numero degli alienati, e dei suicidi,

e fornire alla società un servigio quanto importante, altrettanto vantaggioso. Nell' avere la divina provvidenza assegnato agli uomini un compenso ne' loro bisogni, nelle loro fisiche calamità, dando loro forza e potere di soddisfare li sentiti bisogni, ne consegue che laddove siano avvertiti i mali e le tristi conseguenze che ne ridondano, tocca agli uomini stessi di rintracciare, i mezzi per rimovere, od almeno per mitigare i mali medesimi. Con simili principj la medicina civile non si limita soltanto a prevenire le fisiche infermità, ma ben anco le mentali, con proporre a tal fine i mezzi più efficaci e sicuri onde conseguire lo scopo desiderato.

Non evvi effetto senza cagione, quand' anche sia questa impercettibile all'umana intelligenza. Perciò volendo scemare il numero sempre crescente degli alienati, e dei suicidi, interessa prima di tutto di conoscere e prevenire le cagioni, le quali sconcertano e perturbano la ragione, d'onde ne consegue la follía, e l'eccesso della medesima, cioè il suicidio. Ma forza è di confessare essere cosa difficile, e quasi temeraria il volere rilevare le cagioni pressochè tutte della pazzia. Poichè non evvi condizione, non accidente, non circostanza della vita, la quale per qualche individuo non sia divenuta genesi di mentale alienazione (19).

Che una particolare conformazione del cranio, una maggiore densità o compattezza delle ossa sia (come pretendono Greding (20), Gall (21), Spurzheim (22)) cagione se non generale, almeno parziale della pazzía, ben di raro regge alla prova di fatto (23). Poichè simili anormali conformazioni notarono Wil

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